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EDITORIALI E COMUNICATI
n. 1001
del 05/02/2005
.....IN RISPOSTA ALLA SEGRETERIA DI MILANO
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Prato, 5 febbraio 2005

Gentile Signora Francesca Bonetti

nella sua risposta al Dr. Sedita mi sono sentito chiamare in causa, in quanto sono anch’io una delle persone che, come indicate dal medesimo, “dimissionarie non fanno parte dell’Organizzazione IDV della Toscana né tantomeno iscritti al nostro partito”.

Innanzi tutto ero un tesserato, come penso la totalità delle persone interessate, per tutto l’anno 2003 e per tutto l’anno 2004, la cui scadenza naturale, come lei ben sa, era il 31 dicembre 2004 (e non il 30 settembre 2004). Non ho rinnovato la tessera per il 2005 per due semplici motivi:

1. Già nell’aria sussisteva un’evoluzione, che partendo dalla figura tanto osannata di un Di Pietro, che aveva messo in ginocchio l’Italia dei politici corrotti (e alla quale anch’io ho creduto fermamente), e dalle grandi premesse di legalità, giustizia e trasparenza, si stava ormai inquadrando specialmente negli ultimi tempi, soprattutto nei vertici, in atteggiamenti, che mi ricordavano stranamente un passato non esaltante di memoria infausta;

2. Ho atteso tale data per permettere la chiusura delle operazioni contabili di fine anno e lanciare le mie dimissioni da tesoriere provinciale alcuni giorni dopo.

Tali dimissioni le sono, al di là di quanto afferma, già note, poiché le ho comunicate per conoscenza il 18 gennaio alla segreteria nazionale. Per due anni sono stato tesoriere e ho tenuto le carte amministrative senza retribuzione alcuna, né mai l’ho pretesa (come la pretendono in più alto loco con metodi da “assalto alla diligenza”); d’altronde nessun altro mi ha voluto sostituire, perché tra noi non c’era gente all’altezza e nessuno non era in grado di assumersi tali responsabilità. Nonostante ciò sono stato sempre spudoratamente bersagliato per grossolana incompetenza o perché non mi sono mai abbassato ai voleri dispotici di qualcuno. Sono stato la memoria storica del partito in Prato. Ricordo che in questa provincia e in parte quella di Firenze sono stato il principale protagonista (e spesso unico) nella raccolta delle firme per promuovere il referendum contro il Lodo Schifani. La affidabilità della mia persona ha permesso di usufruire gratuitamente di un locale per la sede per oltre un anno. Né per questo ho mai avuto alcun elogio di ringraziamento, per quanto ciò non m’interessasse più di tanto. A scanso di equivoci per coloro che sostenevano che il partito (della trasparenza) non aveva necessità di bilanci, ma di una semplice “prima nota”, ho portato avanti una contabilità, della quale cito le conclusioni riportate nella relazione sul conto consuntivo dell’ultimo esercizio da me redatto: “””…. a risposta di quanti possano credere inutile una mole così laboriosa di strumenti contabili, si ritiene opportuno precisare che è stata predisposta la compilazione rigorosa di sì fatti modelli confrontabili tra di loro (come pari compilazione è stata già predisposta nell’esercizio precedente) in ossequio a uno dei cardini principali dell’Italia dei Valori, e cioè l’applicazione della massima trasparenza su tutti gli atti, su tutte le modalità.”””

Come potrà comprendere, anche se per la mentalità di un partito contano i numeri e non le qualità, ho fatto tutto ciò per un senso di dirittura morale, non per uno scopo personalistico.

Non rinnovare una tessera non sono forse dimissioni? Le motivazioni potevano arrivare in qualsiasi momento dell’anno e sono coincise con la fine di un anno solare! O forse dovevo versare i soldi per una tessera allo scopo di dimostrare che si trattava di dimissioni? È meglio serbarli per i nostri giovani figli già oberati dalle scelte di lavoro secondo i dettami di flessibilità dell’attuale regime e non foraggiare solo poche e ambiziose figure, che mirano a un posto politico per sé e per ristrette persone amiche!

Tanto dovevo e saluto cortesemente.

Gabriele Licata, Componente dell’Esecutivo e del Direttivo della Provincia di Prato e Tesoriere provinciale