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EDITORIALI E COMUNICATI
n. 1012
del 04/02/2005 IDV IN SFASCIO, CHE FARE
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Cari amici in indirizzo, ho potuto leggere il vs comunicato di dimissioni e non posso che, perdonate il pasticcio, felicitarmi da un lato e piangere peraltro assieme a voi che significa, direte? Ho attraversato anch'io un lungo periodo di progressivo crescere di disagio e insofferenza sfociato nelle dimissioni (allegata troverete la dichiarazione resa in aula nel 2004) con motivazioni-fotocopia rispetto a quelle che hanno mosso voi. Ma non perdiamo tempo, potrete leggerle. Posso dire di essere stato tra i primi ad aver aderito al movimento di ADP nel marzo 98 a Sansepolcro ma é dal lontano 86, quando arrivò a Milano da Bergamo, che ebbi a conoscerlo in ragione degli esposti presentati in Procura a carico di demo, comu e socialisti. Vi potete quindi rendere conto che il periodo di Mani Pulite era ancora a venire e però iniziammo a collaborare ma il ns, appena poco dopo marzo 98, già aveva iniziato a mostrarsi per quello che non appariva, cio é estremamente sensibile alle lodi sperticate, alla piaggeria, alla adulazione, e nel contempo poco interessato a rapportarsi in termini di rispetto di quei valori che venivano vantati nella carta dei....valori. Pazzesco se ci penso. I medesimi disvalori dei partiti me li ritrovavo nel movimento appena nato certo, non é stato così rapido il processo di acclaramento, anzi é stato lungo e me ne dolgo, ma parliamo del futuro: credo sia importante che si cominci ad allargare il giro delle mail a tutta Italia perché, a quanto so, l'insoddisfazione é diffusa capillarmente, dal Manzanarre al Reno, e non vi é regione che non ne sia contagiata. Sgherri e portaborse, puttane e imbecilli, massoni e venduti si sono impadroniti del movimento e lo hanno massacrato e, come avviene per le monete, quella cattiva ha scacciato quella buona. Coloro però che hanno creduto in un possibile cambio di rotta per il Paese (che venisse da un movimento davvero integro e democraticamente gestito) non possono lasciar cadere tutto nel baratro del dimenticatoio. Sono quindi con voi, pensiamo a che fare, forse una assemblea di autoconvocati che provveda ad una rifondazione? o cos'altro? Un saluto. ________________________________________________________________________ Dichiarazione di Adriano Ciccioni - Consigliere al Comune di Milano letta in aula nel CC di lunedì 20.9.2004 Credevo sarei stato afflitto ma non ho difficoltà invece ad affermare che questo momento è per me di liberazione. Mai avrei pensato, fino a qualche tempo fa, che si sarebbero realizzate condizioni, politiche e personali, tali da indurmi ad uscire dal partito e dal Gruppo IDV e ad entrare nel Gruppo Consiliare misto. C'è un divenire nella vita di ciascuno di noi, un avvicendarsi quotidiano di avvenimenti e fatti che, a volte non riconducibili alla nostra volontà, sono però tali da influenzare il nostro cammino. Così è stato per la mia esperienza, e lo dico con rammarico, all'interno di quello che oggi, contrariamente ai propositi, è un partito nel quale logiche inaccettabili hanno trovato cittadinanza: beffate le poche regole interne, coltivata l'inconsistenza programmatica, avviliti ideali, impegno e dedizione, premiati invece liquefazione politica, appartenenza, piaggeria. Non propriamente quello che, dopo essere stato tra i fondatori del movimento verde a Milano e in Lombardia, dopo centinaia di battaglie contro rapine di risorse pubbliche economiche e ambientali e contro speculazioni immobiliari, avevo ipotizzato sarebbe mai potuto accadere al movimento nato nel '98, alfiere di un rinnovato impegno della società civile per ottenere più trasparenza e legalità nelle istituzioni dopo la tragedia di Tangentopoli. Panta rei, affermavano i greci, e forse così deve essere il destino, ancora più precoce delle ideologie, di quelle formazioni politiche che si affidano all'arbitrio di un uomo solo. Mi corre il pensiero all'allora giornale sovietico più noto, la Pravda, la verità, sparata nella testata ma negata nelle pagine. Non e infatti il nome di un partito la garanzia di una reale pratica dei contenuti in esso annunciati: quando passione e determinazione e impegno entrano in contrasto con meno nobili afflati, è purtroppo scritto che questi ultimi abbiano spesso la meglio. Così è accaduto all'Italia dei Valori. Abbiamo necessità di uomini che non indulgano al teatrino della politica per qualche colonna in più sui quotidiani. La storia del Collegio 3 offerto ad IDV è emblematica. Prima si invoca l'unità del centrosinistra e, una volta che questa si realizza senza fratture sulla candidatura del leader, si adducono scusanti insostenibili per giustificare la rinuncia a correre. Italia dei Valori? Non mi pare proprio. Per me, per quanti mi hanno votato e per tutti quelli che hanno seguito e seguono le mie battaglie nulla cambierà. Continuerò ad impegnarmi, come sempre, da democratico e progressista, per la tutela dei più deboli, per l'ambiente, per un Palazzo che sia davvero casa di vetro. Nella convinzione che la parte più viva della città stia tra quei cives che si battono per un'altra Milano, capace di coniugare sviluppo e istanze sociali, rispettosa degli anziani e delle fasce di popolazione più bisognosa, del diritto alla casa, severa contro ogni spreco, intransigente contro chi attenta alle pubbliche risorse. Adriano Ciccioni - Consigliere Comunale a Milano ex IDV ora gruppo misto |