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EDITORIALI E COMUNICATI
n. 1016
del 01/08/2005 "HAI PAGATO UNA TANGENTE: MA SI’, CHIUDIAMO UN OCCHIO…”
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Non riuscivo a credere a quanto leggevo. Qualche settimana fa, sull’Espresso del 30 giugno 2005, è apparso un articolo/intervista che vedeva protagonista Xerry De Caro, neosegretario IDV della città di Roma eletto in congresso pochi mesi fa, congresso che alcuni partecipanti non hanno esitato a definire assolutamente poco trasparente nella gestione, conduzione e nelle votazioni, gravato da ombre e dubbi sulla effettiva legalità del procedimento seguito e delle regole adottate. Personalmente non c’ero. Ritengo però che il contattare gli amici di Roma possa essere il modo giusto per farsi un’idea. So che le mozioni presentate erano due: una vedeva candidato Xerry De Caro, l’altra la coordinatrice uscente Elisabetta Di Carlo, nel ruolo di responsabile da molti anni, risultata poi perdente. Xerry De Caro, nella nota, dichiara di avere pagato un bel po’ di soldi ad intermediari politici per far assumere la moglie alle Poste Italiane. E’ stato poi oggetto di continui ricatti e richieste di denaro a fronte di una promessa che solo parzialmente era mantenuta. Una storia che ben poco ha a che fare con la LEGALITÀ, la MORALITA’ e la TRASPARENZA. Non entro nel merito delle scelte private che ognuno di noi ritiene di fare. Ne rispondiamo alla nostra coscienza ed eventualmente alla Magistratura. L’aspetto politico però mi preoccupa. E’ ammissibile che il segretario della città di Roma di un partito, qual’è l’IDV, sia persona che nel suo passato abbia compiuto tali gesti? A quali considerazioni e riflessioni sul piano politico e morale giungeranno i potenziali elettori dell’IDV? E' ammissibile che nell'IDV nessuno ritenga opportuno prendere cautelativamente dei provvedimenti a tutela dell'immagine del partito e dei suoi aderenti? E’ questa la nuova classe politica alla quale l’IDV deve guardare per sostituire gli attuali dirigenti e responsabili regionali e provinciali che, come qualcuno ha detto, pur avendo donato 5 e più anni del loro lavoro, fatica, tempo e denaro, “peccavano in professionalità” (a quale professionalità ci si riferisce?….), ma sicuramente non carenti nell’entusiasmo, negli ideali, nella voglia di cambiare questo malaffare politico, nel voler affermare il rispetto della legalità sull’opportunismo e sulla prepotenza da sete di potere? Il passare da “Movimento” a “Partito”, come qualche, da poco nominato, neofita e zelante dirigente nazionale IDV si ostina a dire in una sua recente nota, significa quindi, per esempio, il riciclare i trombati di altri partiti, i campioni del “salto della quaglia”, i politici che addirittura provengono dallo schieramento avverso e perciò privi di idee proprie ma pronti a saltare sul carro del probabile vincitore a scapito di ideali e progetti politici fino ad un minuto prima sostenuti? Beh…. Se è questo quello che si vuole e che deve essere, allora tanto vale sostenere un qualsiasi altro simile partito che almeno, con il suo consenso elettorale, non da prefisso telefonico, garantisce forse un minimo di affidabilità in quello che dichiara…… Armando Della Bella |