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RASSEGNA STAMPA
n. 1017
del 30/06/2005
QUANTE TESSERE PER UN POSTO
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Un dirigente pubblico accusa: ho dovuto fondare un circolo AN per far assumere mia moglie alle Poste. Ma non è bastato. Volevano ancora soldi

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(Roberto Bocca) L’accusa riguarda Alleanza Nazionale ed è gravissima: assunzioni in cambio di tessere. Il tutto con un contorno di «ricatti economici e morali» e nomi di prima fila: da quello dell’ex ministro delle Poste e telecomunicazioni Maurizio Gasparri a quello del suo consigliere, Franco Volpi. Entrambi citati in una denuncia presentata da Antonio Xerry De Caro, 58 anni, dirigente della Regione Lazio e attuale segretario della federazione romana dell'ITALIA DEI VALORI.

La vicenda ha per scenario la Capitale e inizia nel settembre 2003, quando Xerry De Caro parla con Filippo Zenobio, «già presidente dell’Vlll municipio e conoscenza trentennale, il quale mi propone di entrare di in Alleanza Nazionale con il gruppo del ministro Gasparri ». Un invito a modo suo generoso: «In cambio dell'ingresso nel partito, avrei trovato lavoro alle Poste per mia moglie Alessandra Petre», scrive Xerry De Caro. « Alcuni giorni dopo », precisa, lo stesso «Zenobio mi fa incontrare il consigliere dell'Vlll municipio di Roma Nicola Franco, il quale si presenta come amico intimo nonché figlioccio del ministro Gasparri, e mi offre a sua volta di fare entrare mia moglie alle Poste ». Non solo: «Quando chiedo se serve presentare qualche domanda, mi dice che è inutile e che tutte assunzioni avvengono su suo ordine». « Il successivo 14 ottobre », continua Xerry De Caro, « mia moglie viene invitata dalla società di lavoro temporaneo Inwork, con sede a Roma in via XX Settembre, a firmare il contratto come addetta allo sportello presso le Poste ». Un contratto che ha « la validità di tre mesi (15 ottobre 2003-15 gennaio 2004) » e qualche effetto collaterale. «Mi viene richiesto, sotto minaccia del non rinnovo del contratto di mia moglie, un contributo in denaro per il gruppo », si legge nella denuncia. «Nonché la costituzione di un circolo di Alleanza nazionale con almeno 21 iscritti. Richiesta che accetto supinamente, visto che mia moglie è contenta del lavoro. Dopodiché vengo costretto a pagare tutte le 21 tessere il 29 dicembre 2003 con un assegno tratto sull'agenzia 151 della Banca di Roma ». A versamento eseguito, la situazione dovrebbe sbrogliarsi. E invece sbrogliarsi si ingarbuglia.

Il 15 gennaio 2004, denuncia Xerry De Caro, « il contratto di mia moglie viene rinnovato per altri quanto mesi », ma nel frattempo « le richieste di denaro per un non precisato contributo al gruppo e di impegno politico per An diventano più pressanti, con la minaccia sempre presente del rinnovo del contratto di mia moglie. A questo punto mi vengono presentati Franco Volpi, segretario del ministro Gasparri, e il consigliere regionale Fabio Rampelli, i quali mi dicono di essere loro, con il consigliere della VIII circoscrizione Nicola Franco, a decidere ogni volta che scadono i contratti di lavoro a chi devono essere rinnovati e a chi no. Tali decisioni», si legge nella denuncia, «avvengono il giorno prima della scadenza e sono comunicate alla Inwork spa con il fax del ministero da un certo Carmine Scoglio, il quale mi dicono essere non solo un dirigente, ma anche uno che si vanta di essere il factotum della Inwork». «Mi accorgo così», dice Xerry De Caro, «che le scelte non sono dovute a meritocrazia o dedizione al lavoro, ma unicamente a fedeltà politiche e a contributi versati a vario titolo al gruppo di An». In altre parole, una forma di sostegno occulto al partito, condito da pressioni dirette. Ad esempio, scrive Xerry De Caro, «vengo costretto a subire una serie di ricatti che vanno dal politico all’economico, e che supinamente accetto». Cioè? « Consegnavo soldi in contanti per il gruppo » dice al registratore de "L’Espresso", «direttamente nelle mani di Filippo Zenobio e Nicola Franco. Inoltre, dovevo portare pubblico ai convegni dove parlavano Gasparri, La Russa e Rampelli».

Con queste premesse, sostiene Xerry De Caro, il contratto della moglie viene ancora rinnovato. Per l'ultima volta. Nel settembre 2004 il dirigente della Regione Lazio si iscrive infatti all'Italia dei Valori, e An non apprezza. «Appena lo sono venuti a sapere», denuncia, «i vari Franco Volpi, Fabio Rampelli e Nicola Franco mi hanno minacciato. Se non avessi rinnovato e pagato personalmente le 21 tessere entro il 31 dicembre 2004, dicevano, mia moglie sarebbe stata cacciata. E così è stato, malgrado la sua ottima professionalità attestata per iscritto dal direttore della filiale ».

Tutto vero? Lo deciderà la magistratura.

L'Espresso, 30.6.2005