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EDITORIALI E COMUNICATI
n. 1020
del 04/01/2006 L’ESPULSIONE DI BENIAMINO DONNICI E SALVATORE PROCACCI: NON VI MERITAVANO!
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Cari Amici, è passata qualche settimana da quando l’Italia dei Valori, continuando inesorabilmente nella sua opera di autodistruzione ha espulso prima il coordinatore della regione Calabria, già responsabile nazionale Enti Locali, nonché l’unico assessore regionale che l’IDV poteva oggi vantare sul piano nazionale, Beniamino Donnici, poi il coordinatore della regione Umbria, Salvatore Procacci. Di questi giorni poi anche il commissariamento dell’intera regione Lazio! Conosco Beniamino e Salvatore da molto tempo. Sono due persone molto competenti sul piano politico, di grande esperienza, due persone della “prima ora” che non hanno esitato, nel 2000, quando Antonio Di Pietro né ha avuto estremamente bisogno, a rimboccarsi le maniche della camicia e cominciare a lavorare alacremente per costruire quello che poi, nel 2001, fu un partito che alle elezioni politiche sfiorò il 4% dei consensi. Il riconoscimento per tutto ciò: espulsi! Essi sono solo gli ultimi di una lunga fila di persone perbene espulse o “dimissionate”, che purtroppo hanno creduto, invano, in un progetto politico che tutti i partiti, nel 2001, avversavano perché innovatore e portatore di idee e valori che potevano essere dirompenti per la classe politica del tempo. Gravissima è la motivazione adotta a giustificazione del provvedimento preso contro Beniamino Donnici: “indegnità politica e morale”. In allegato il comunicato stampa inviato dal partito all’agenzia giornalistica ANSA. Un esecutivo “Signorsì”, per come riferito, in un clima “orgiastico”, denso di veleno, ha così deliberato sebbene alcuni componenti, nei precedenti mesi, avessero, di nascosto, inviato segnali di condivisione al tentativo operato dal sottoscritto, da Donnici, Procacci ed altri coraggiosi amici di promuovere una dialettica ed una maggiore democrazia interna. Se così è, mai avrei immaginato che un partito di tal nome potesse essere governato da tal consesso. Solo PENA si può provare per chi, per mero opportunismo personale, scende a compromessi con la propria coscienza, tradendo così due amici e compagni di viaggio per oltre 6 anni. Non può un ex magistrato di “Mani pulite” non sapere che accusare, ingiustamente, uno dei suoi più fedeli collaboratori, Beniamino Donnici, di “indegnità morale”, solo pochi giorni dopo la cruenta uccisione, per opera della ‘ndrangheta, di Fortugno, altro assessore della stessa giunta calabrese, significava solo armare nuovamente il grilletto della stessa mafia calabrese: il colpire a morte, dopo Fortugno, anche Donnici sarebbe apparso, agli occhi della gente, come un “regolamento di conti”, viste le “motivazioni” adotte alla sua espulsione! Ma chi può arrogarsi il diritto di accusare qualcuno di “indegnità morale”? Si comprende la gravità di un siffatto giudizio? Chi può dall’alto della propria “statura morale”, proferire una simile infamia? Solo al giudizio di Dio ciò è concesso… E Procacci? Ha solo la colpa, diversamente da altri coordinatori, di aver rivendicato, a voce alta, l’affermazione di principi e valori che tutti, in comitato esecutivo, sommessamente riconoscevano essere calpestati ma che mai nessuno aveva il coraggio di affermare. Paga per il coraggio delle proprie idee, paga per aver difeso la propria dignità di padre, di marito, di uomo politico ben voluto dalla gente, paga per la sua bontà, per la sua sana buona fede, paga per la sua natura di uomo, umbro di origini napoletane, sanguigno e verace, poco avezzo ai compromessi con la propria coscienza, paga per non aver voluto TRADIRE un vero amico, Beniamino Donnici…. Caro Beniamino, caro Salvatore, non angustiatevi. Sono sicuro che ora vi sentirete più sereni, più liberi di parlare, di rivendicare il rispetto per la vostra persona. Vi sentirete nuovamente padroni delle vostre idee, della vostra coscienza, in grado di parlare alla gente, a testa alta. Non vi meritavano! Sono orgoglioso di conoscerli, di essere loro amico. In questi ultimi mesi di assidua loro frequentazione ho apprezzato ancora di più come, in realtà, l’Italia sia un unico paese, dal nord al sud. Ad ogni latitudine esistono persone perbene, capaci, veri amici da cui molto imparare e a cui molto dare. E loro lo sono! Fatte salve le dovute eccezioni….
Armando Della Bella |