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EDITORIALI E COMUNICATI
n. 1027
del 20/01/2006 LA QUESTIONE MORALE E’ COSA INTERNA AI PARTITI
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Intervento inviato alle redazioni giornalistiche _______________________________________________________________________ Egr. Direttore, di fronte ad un Paese, l’Italia, oggi in grave difficoltà sul piano della produttività, della competizione, della solidarietà sociale, sul piano della legalità e della morale, in un Paese dove la maggior preoccupazione per la famiglia italiana è quella di giungere a fine mese, si ripropone violentemente all’attenzione della pubblica opinione la “QUESTIONE MORALE”. Il problema è che la questione morale non è sempre SOLO quella degli altri. In primis deve essere cosa interna ai partiti. Non si può e non si deve far politica per accaparrarsi il “MALLOPPO”. Né la questione morale è prerogativa di pochi o di uno solo. In realtà dovrebbe rappresentare le fondamenta sulla quale ogni partito, poi, sviluppa il proprio programma politico. La questione del rapporto tra economia e politica, che oggi si propone in maniera così dirompente, non può essere solo garantita tutelata dal controllo e dalla contrapposizione tra partiti di due coalizioni contrapposte o dalla buona volontà delle persone. Il legame affettivo ed ideologico tra un partito ed un soggetto economico, seppur supposto sano ed in buona fede, non si può non pensare che porti a danneggiare la libera concorrenza sfalsando le regole del libero mercato. Il problema quindi del conflitto di interessi si pone oggi come prioritario nella soluzione e non deve riguardare solo i rapporti tra Berlusconi, il suo partito, e le imprese di cui egli è proprietario ma deve coinvolgere tutto il quadro politico. Così facendo, questa classe politica, dimostrerà di volersi rendere credibile nel suo agire. Oggi, il denaro, non regola solo le transazioni economico/finanziario ma, purtroppo, sempre più sta diventando regola di vita, motivo fondante i nostri rapporti umani, motivazione ad agire. La classe politica corre il rischio di allontanarsi sempre più dalla realtà del nostro Paese. Non voglio dar ragione a Bertolt Brecht, quando nella sua “Opera da tre soldi”, dice: “…..rivoltatela come più vi pare, prima viene lo stomaco, poi viene la morale…”, ma oggi sembra essere questa la regola di vita che imperversa. Mi piacerebbe invece pensare, e vorrei che così fosse, come Immanuel Kant afferma nella sua “Critica della ragion pratica”: “…La ragion pura è di per sé stessa pratica e dà all’uomo una legge universale, che noi chiamiamo legge morale…”. Armando Della Bella |