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EDITORIALI E COMUNICATI
n. 1059
del 09/03/2006
UN LINGUAGGIO E COMPORTAMENTI CHE REPUTO PIÙ CONSONI ALLE BETTOLE DELLA FRONTE DEL PORTO...
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Questa Email per comunicarvi le mie dimissioni dall’Italia dei Valori.

I motivi sono molteplici. Prima di tutto la condizione ambientale. Non sono abituato ad un tipo di linguaggio e a certi comportamenti che reputo più consoni alle bettole della fronte del porto che ad un consesso di cittadini che intendono operare per fini sociali ben definiti. E su ciò stendo un pietoso velo anche perché, in fondo, gli altrui comportamenti non mi riguardano in specie quando ho deciso di prenderne le distanze.

In secondo luogo c’è la faccenda ben più grave inerente lo stop imposto dal segretario regionale – senz’altro d’accordo, in perfetta sintonia, col provinciale – alla visita a Udine del giornalista Furio Colombo sulla cui fama è opportuno spendere qualche parola dal momento che penso che molti non ne conoscano la statura. Fino a pochi anni fa docente di giornalismo alla Columbia University di New York, ossia nella prestigiosa università di un paese che, come diceva Montanelli, vanta la migliore scuola di giornalismo, Furio Colombo è stato direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, è membro dell’Accademie Universelles di Parigi, direttore dei programmi culturali della RAI, autore di non so quanti saggi, ecc., ecc.

Al Palavobis (migliaia di posti a sedere) Furio Colombo ha determinato il tutto esaurito ed è stato l’oratore più applaudito.

L’incontro con l’Italia dei Valori a Udine era già andato a buon fine. La Feltrinelli, editrice dell’ultimo libro del giornalista, due giorno fa, nella persona della Signora Valeria Pagani, mi ha fatto pervenire, tramite Email, la conferma con la specifica del giorno e dell’ora, unitamente ai numeri dei voli Alitalia di andata a ritorno da e per Roma.

Nella stessa mattina, un’ora dopo aver ricevuto l’Email, il segretario regionale mi ingiungeva di annullare il tutto senza addurre alcun motivo valido, ma suggerendomi di rilasciare a suo nome qualche dichiarazione assai poco fine (chi, in merito, vuol conoscerne i dettagli non ha che da telefonarmi) che, secondo lui, avrei dovuto riportare alla Feltrinelli.

Ma poiché ciò che è poco fine non mi appartiene, e per evitare di peggiorare l'immagine dell'IdV locale, come motivazione dell’annullamento dell’incontro ho adotto la candidatura dello stesso Colombo da indipendente nella lista dei DS, spiegando che il nostro segretario regionale riteneva non politicamente corretto che il candidato di una lista (DS), sia pure nella stessa area dell'IdV, si facesse pubblicità elettorale tramite un'altra lista (IdV).

Ieri mattina ho ricevuto una telefonata dallo stesso Colombo che, esprimendomi rammarico per l’accaduto, mi faceva presente come la versione da me fornita in merito, non fosse proprio del tutto credibile, ma che, comunque, comprendeva benissimo la mia situazione personale e che quindi non serbava rancore e auspicava un eventuale futuro incontro.

È altresì doveroso che sappiate che le spese per questo evento (perché di un evento si trattava) erano in buona parte coperte da una sponsorizzazione di una ditta di Udine e dagli incassi delle adesioni al partito. A conti fatti, come ben sa il nostro tesoriere, all’IdV l’evento non sarebbe costato più di 200 euro, ma solo nell’ipotesi, del tutto improbabile, che non si fosse riusciti a vendere una sola copia del libro di Colombo, libro che la Feltrinelli ci avrebbe fatto pervenire in 250 copie con lo sconto del 20 % (ma con la Feltrinelli eravamo in trattativa per il 25%). Il che significa che anche vendendo solo 100 copie avremmo avuto la copertura pressoché totale delle spese (il prezzo di copertina del libro è di circa 12 euro).

Chiaramente, dopo lo stop del nostro segretario regionale che, vale ripeterlo, si era mostrato entusiasta per l’iniziativa, ho cancellato l’impegno assunto col Comune per l’auditorium Menossi e per il relativo servizio di sicurezza, e ho comunicato al direttore del Messaggero, che aveva già dato la sua adesione all’incontro con F. Colombo eventualmente anche al mattino del 10, che l’appuntamento era saltato. In giornata provvederò a restituire i 200 euro alla ditta che li aveva già anticipati per la sponsorizzazione.

Voglio ancora far presente che questa organizzazione per la presenza fra noi di Furio Colombo, mi è costata tempo e denaro. Intendiamoci, non voglio un solo centesimo per le molteplici telefonate fatte sia dal mio telefono fisso che dal cellulare. Non rientra nel mio stile dal momento che tutto ciò che ho fatto, che faccio e che farò nella mia esistenza non si è mai informato a criteri di bassa macelleria, ma solo a considerazioni ideali avendo io, della vita, una visione esaltante.

L’appuntamento con Furio Colombo era evento di valenza così elevata che, proprio per la statura dle personaggio, ma anche per gli effetti indotti che sarebbero senz’altro ricaduti sull’IdV che ne era organizzatrice (l’ldV non lo scrivente), avrebbe dovuto suggerire di portarlo a compimento ponendo da parte qualsiasi divisione interna.

E poi, cosa sono le divisioni interne che tanto scandalizzano qualcuno? Le diversità di opinione, particolarmente se inerenti le linee guida di un partito, sono soltanto effetto di un modo diverso di guardare alla politica, di intendere le strategie politiche, e sono pertanto il sale di quelle dialettica interna senza la quale qualsiasi movimento diventa asfittico.

Ma è mio convincimento che alle discussioni, anche accese, svoltesi all’interno dell’IdV, si è volutamente attribuito un valore eccessivo col solo scopo di non portare a buon fine l’incontro con Furio Colombo.

E allora mi chiedo perché, per quali fini assai poco nobili non si è voluto che quell’appuntamento, pur così importante per l’IdV, avesse luogo?

E ancora: quale nesso logico può ravvisarsi fra le nostre diatribe e lo stop imposto all’incontro col famoso giornalista?

È mia opinione che dinanzi ad un evento che ci avrebbe posto in vetrina con un giornalista di fama mondiale (ci si documenti sul profilo e sulla carriera di Furio Colombo anche solo tramite Internet) e col direttore del quotidiano locale a più ampia diffusione, si sarebbe dovuto far ricorso soltanto al comune buon senso. Perché quanto è accaduto ha un solo perdente e credo sia facile individuarlo.

Per il momento non ho altro da aggiungere anche perché è mio rigoroso principio che i panni sporchi, a meno che non si sia diversamente costretti, si lavino in famiglia.

A voi, o a coloro di voi che non rimarranno indifferenti per l’accaduto, qualsiasi ulteriore considerazione.

Nico Grilloni, portavoce regionale IDV Friuli Venezia Giulia