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RASSEGNA STAMPA
n. 1100
del 09/06/2006 DI PIETRO E L' UOMO DEL BLITZ: SBAGLIA MA NON LO CACCIO
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_________________________________________________________________________ ROMA - Piovono pietre e Antonio Di Pietro si rifugia sul web: «Oggi sono in imbarazzo a scrivere questa lettera...», è l'incipit dell' appuntamento con gli elettori, sul suo sito. Il ministro si cosparge il capo di cenere: «Il senatore De Gregorio si è fatto eleggere presidente della commissione Difesa del Senato con i voti della CASA DELLE LIBERTA'. Lo ha fatto, lui dice, per motivi patriottici. Io non lo credo. Lo ha fatto perché gli è convenuto». Si pente e si duole: «Qualcuno ha scritto che DOVREI SCEGLIERMI MEGLIO I COMPAGNI DI VIAGGIO. PUO' ESSERE CHE ABBIA RAGIONE». S'inorgoglisce: «Voglio sottolineare che l'Italia dei Valori è l'unico, unico partito che al suo interno non accetta deputati e senatori con condanne definitive e che si batte perché questa sia la prassi nei due rami del Parlamento». Il pasticciaccio brutto di Palazzo Madama è stato un errore, dice Di Pietro, ma ormai i giochi sono fatti. E l' ex pm che minacciava di cacciare «il traditore», adesso è tenue: «De Gregorio ha ammesso di aver sbagliato, ma la maggioranza dell'Unione al Senato è di due voti. Si vuole paralizzare il Paese, ritornare alle urne, per una presidenza di commissione espellendo De Gregorio dal partito e quindi dalla coalizione?». Ebbene, confessa Di Pietro, «io non me la sento, per rispetto delle emergenze che questo Paese deve gestire in questo momento». I rischi d'un ribaltone? De Gregorio garantisce a Ricardo Franco Levi, sottosegretario di Prodi, che resterà fedele all' Unione. Il ministro è contento così: «De Gregorio mi ha dato ampie rassicurazioni, che spero vorrà mantenere, di una condotta futura leale». Anche perché non è il momento di salti della quaglia e il semplice sospetto del doppio gioco suscita reazioni: «Mi è stata attribuita un' infamia - dice Antonio Gentile, senatore di Forza Italia indicato fra i possibili franchi tiratori in commissione Finanze dai boatos di palazzo Madama -. Ho votato a scheda aperta per Pontone dinanzi ai senatori Cantoni, Ventucci, Girfatti e Franco. Sono un uomo d'onore, abituato a manifestare apertamente i dissensi, e mai sono venuto meno al patto con gli elettori e alla fiducia che Berlusconi mi ha concesso». (Battistini Francesco) Corriere della Sera, 9.6.2006 |