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RASSEGNA STAMPA
n. 1101
del 10/06/2006 DE GREGORIO SFIDA TONINO: I GENERALI SONO CON ME
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__________________________________________________________________________ ROMA - Trasformista? «Mi guardo intorno e vedo solo gente che viene da partiti morti per strada. Vedo uno come Bobo Craxi...». Si sente un piccolo Mastella? «Se mastellizzarsi è portare a casa un risultato per il partito, certo, mi mastellizzo. Che ci votano a fare, se poi non ci dotiamo degli strumenti per lavorare?». Ma almeno un po' d' imbarazzo... «E di che? In Parlamento difendono gl'indifendibili. Mentre io, il grazie, l'ho appena ricevuto al funerale del caporal maggiore di Nassiriya. C'era un oceano di generali e colonnelli che mi hanno convinto: ho fatto la cosa giusta. Abbracci, strette di mano. Ho ricevuto tantissimi attestati di solidarietà dai militari». Anche dal capo di Stato maggiore Di Paola, come sostiene Rifondazione? «Qualche amico generale ce l'ho. Qualche chiacchiera, la faccio. Mai parlato con Di Paola, però. Fra poco urleranno al complotto istituzionale. Ma non esiste. Invece mi ha ringraziato il cappellano militare in Iraq. L'hanno capito tutti: la Menapace alla Difesa era come Dracula alla banca del sangue». C'era una volta una compianta rubrica di Cuore, "Hanno la faccia come il c...", e sui siti di sinistra scrivono che il senatore dipietrista-ex forzista Sergio De Gregorio ci starebbe benissimo. Quanto gli piace questa presidenza della commissione Difesa, scippata alla rifondarola Menapace coi voti del centrodestra. Il fuoco amico non lo scalfisce più di tanto: «Ho subìto di tutto! Li ho lasciati sfogare con le loro mille accuse. Ma adesso parlo...». Scrive un comunicato. A voce gli viene meglio: «Io potevo anche aspettare il mio turno. Di Pietro e Formisano, che è il capogruppo, m'avevano promesso la commissione per le Politiche europee. Sta scritto anche sul verbale dell' Unione. Però gliel'avevo segnalato da giorni: GUARDATE CHE STO TRATTANDO QUALCHE VOTO DELLA MINORANZA ALLA DIFESA. Che problema era? L'hanno fatto anche per Benvenuto, senza tutto 'sto casino. E poi se sbagliavo, sbagliavo io. Siccome HO UN BUON RAPPORTO CON FORZA ITALIA, e l'altra notte mi ha telefonato pure Schifani, alla fine ho portato a casa 12 voti del CENTRODESTRA. Ripeto: e allora?». È sembrata un'INDECENZA... «Ma noi dell'Italia dei Valori non siamo un' accozzaglia d'impresentabili, come scrivete. Pedica, Petrini, Pisicchio esprimono una politica importante che va difesa!». Insomma... «No, queste cose può dirle l'Unità. Invece DI PIETRO E' ANDATO SUL NOSTRO BLOG A SCRIVERE CHE HO FATTO QUESTA OPERAZIONE PER CONVENIENZA. Nossignori: l'ho fatto per l'Italia dei Valori. E LUI LO SA BENISSIMO. Adesso, può fare una cosa sola: difendermi». E se non lo fa? «Lo fa, lo fa... Scommettiamo?». Fate il vostro gioco. Tanto per cominciare, e per contestare Di Pietro, De Gregorio s'è dimesso da direttore editoriale del blog di partito. Lui che a 45 anni, partendo da Napoli, sul giornalismo ha costruito la carriera politica: «Ho camminato sui cadaveri in Ruanda. Ho capito che cosa sono le missioni militari in Libano. E poi Sarajevo, Palestina, Iraq - elenca -. Ho collaborato con Enzo Biagi, con Giuliano Ferrara, col papà di Marrazzo, con Enzo Tortora». Il primo a rivelare i particolari dell' uccisione di Turatello: «A 22 anni, dovevo girare a Napoli con la scorta che mi dava il questore Malvano». L' uomo delle carte: «Ero quello che portava i documenti. A Oggi, il direttore Occhipinti mi diceva sempre: mi costi più di Biagi. All'Espresso di Giovanni Valentini mi conoscevano bene: le carte, le portavo sempre io». Ma è vero che conquistò Berlusconi smosciando un po' l'intervista-scoop che aveva fatto a Buscetta? «Malignità. Quando Buscetta mi fece le sue dichiarazioni su Berlusconi e Dell' Utri amici della mafia, semplicemente dissi al processo che mi sembravano solo elucubrazioni d'un pentito non suffragate da fatti». E com'è che dirigeva anche l'Avanti! ATTACCANDO DI PIETRO? «Bugie. Di Pietro l'ho conosciuto in Bulgaria. CI SIAMO PIACIUTI. Ma su Craxi, l'ho sempre pensata in un altro modo: BETTINO PER ME ERA UN AMICO. Ricordo con entusiasmo il Craxi di Sigonella: fortissimo, come dev'essere la nostra politica nel mondo». È un amico anche Gianstefano FRIGERIO, il SUPERTANGESTISTA Dc che oggi coordina i BERLUSCONIANI... «Un rapporto più recente. Ma uomo simpatico e intelligentissimo. Come Domenico Mennitti, pioniere di Forza Italia, lui e la rivista IdeAzione sono il MIO PUNTO DI RIFERIMENTO POLITICO». Chiacchiere, quante se ne vogliono. Mezza spia? «I servizi segreti sono una grande istituzione. Se in questo Paese è reato avere qualche AMICIZIA in certi settori, me lo dicano: al Senato, io ho chiesto di sedere anche nel comitato per i Servizi». Le polemiche su un villaggio costruito in Africa, testimonial Enrica Bonaccorti. La rivalità con Antonio Martusciello, il viceministro di An che gli mandò la Finanza a casa e sancì la rottura ideologica col Polo. I principeschi tour della canzone napoletana con Italiani nel Mondo: «È l' associazione che mi ha legato a Italia dei Valori. Quando mi sono seduto davanti a Ricky Levi, l'ho guardato negli occhi: "Non ti voto la fiducia se non mi fai il ministero degli Italiani nel mondo". Ce lo doveva. Questi italiani, ci hanno dato un deputato e hanno fatto vincere l' Unione». Sì, però poi hanno fatto solo un sottosegretario e ci hanno messo un Ds: si sarà mica vendicato? «No, Levi mi ha guardato in faccia e s'è impressionato. Nei miei occhi bruciava un impeto ideologico. Ha capito che le POLTRONE NON M'INTERESSAVANO: io sono un uomo d' IDEALI». (Battistini Francesco) Corriere della Sera, 10.6.2006 |