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RASSEGNA STAMPA
n. 1126
del 18/03/2007 IL BELL'ANTOCRI: I PASSAGGI ROVENTI DEL J'ACCUSE
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quest’ultimo fra i primissimi a scoperchiare il pentolone di Tangentopoli col libro “La Milano degli scandali” del 1991 ed oggi autore del documentatissimo “Il governo dei confilitti”. «Ho dato vita - ricorda Di Domenico - il 21 marzo 1998 e poi il 26 settembre 2000, unitamente agli onorevoli Antonio Di Pietro e ora onorevole Silvana Mura, al contratto di associazione per la costituzione dell “Italia dei Valori-Lista Di Pietro”, partito politico notoriamente nato e osannato dietro l’onda dell’evento sociogiuridico di “Tangentopoli”, di cui Di Pietro è stato considerato il popolare protagonista. Ho partecipato a quell’iniziativa perché, allora, ho creduto di poter contribuire alla formazione reale di un nuovo Stato di diritto: quello che spero e vorrei ancora lasciare in eredità ai miei figli». Poi passa subito all’attacco. “E’ trascorso circa un anno - scrive Di Domenico - da quando ho presentato esposto-denuncia alla procura della repubblica di Brescia contro i miei ex compagni fondatori del partito politico. Ritenni la competenza della procura di Brescia perché il tesoriere, nonché legale rappresentante dell’associazione partitica (Silvana Mura, ndr) risiede in quel distretto di giustizia. L’esposto-denuncia era articolato su diverse condotte - a parere dello scrivente - tutte penalmente rilevanti e complesse: si trattava delle arbitrarietà, quindi illegalità, commesse dai dirigenti dell’Italia dei Valori- Lista Di Pietro, costituita e composta da soli tre soci, per volere del presidente: l’on. Di Pietro (presidente), l’on. Mura (tesoriere) ed il sottoscritto (segretario). Sono stato ascoltato più volte e per diverse ore dal procuratore capo di Brescia Giancarlo Tarquini e dai suoi sostituti. L’informativa di reato è stata protocollata al procedimento numero 20097/2005. Gli addebiti nei confronti dei miei compagni di partito erano del resto gravi». Quali? Nell’esposto si parla fra l’altro di «raggiro», «truffa contrattuale per il fine dell’ingiusto profitto personale», «abuso della personalità giuridica», «appropriazione indebita», «tru ffa nei confronti dello stato per l’illegale ricorso al finanziamento pubblico ai partiti politici»: tutti «argomenti articolati, complessi, difficili accolti in circa 100 allegati, 1000 pagine di atti e 150 pagine tra memorie e motivi aggiunti». La procura di Brescia, comunque, passa la patata bollente a quella di Roma, per motivi di “competenza territoriale”: e l’inchiesta continua. Così, dal canto suo, prosegue la ricostruzione dell’ex socio ed amico: «Nel frattempo ha indagato anch’io, ho appurato e riferito al pm Amato che il presidente di IDV Di Pietro ha, nelle more, arbitrariamente modificato lo statuto dell’associazione, di talchè essa risulta, tuttora, costituita e rappresentata da un unico socio: l’onorevole Antonio Di Pietro. Tanto è vero che lo scorso bilancio di esercizio è stato approvato con delibera dell’associazione all’unanimità, dal solo ed unico socio Di Pietro. Non solo, ma a ben leggere lo statuto, così modificato, si è potuto ancora avere conferma del fatto che l’associazione IDV (che prende finanziamento pubblico dallo stato) è organismo autonomo e distinto dal partito politico (che partecipa alle elezioni con un gruppo di candidati), anche se reca ambiguamente lo stesso nome IDV e usa lo stesso contrassegno o simbolo elettorale, per il quale peraltro pende altro giudizio dinanzi alla magistratura civile di Roma per l’accertamento della proprietà, della contraffazione e uso illecito dello stesso, in quanto di proprietà del Movimento dei Valori». Così continua l’esposto-denuncia. «Mi domando e vi chiedo: ma di chi sono tutti quei soldi versati a IDV ed al Gruppo, non sono forse soldi che l’erario raccoglie dalle tasche dei cittadini?». L’avvocato-furioso passa quindi a sottolineare le ambiguità contenute, a suo pare re, nello statuto di IDV, per cui «gli organi del partito non interagiscono assolutamente con gli organi dell’associazione». Inoltre «il partito politico IDV consiste di vari aderenti con propria assemblea, organi collegiali e autonomia finanziaria nonché diversa rappresentanza legale (il tesoriere Silvana Mura) e coincidente dirigenza presidenziale (Di Pietro)». Gli ultimi due, Mura e Di Pietro, «hanno poi partecipato alla costituzione di una società di capitali denominata AN.TO.CRI srl., in cui socio unico era ed è Di Pietro, mentre membri del consiglio d’amministrazione sono (o sono stati all’atto costitutivo), il tesoriere dell’associazione Silvana Mura nonché del partito politico IDV e tal Claudio Bellotti (compagno di vita o coniuge della Mura)». “Ebbene: nel breve volgere di un solo anno 2004-2005 la An.to.cri., capitalizzata per soli 50.000 euro, ha acquistato, al centro di Milano, un appartamento di 9,5 vani (valore supponibile almeno 900.000 euro) e poi al centro di Roma, altro appartamento di 10,5 vani (valore supponibile almeno 900.000 euro). Si è anche appurato - prosegue l’esposto dell’avvocato Di Domenico - che le uniche due sedi locate dall’associazione Italia dei Valori e per le quali corrisponde l’affitto si trovano una Milano e l’altra a Roma e cioè nei suddetti appartamenti di proprietà della An.to.cri». La Voce della Campania, marzo 2007 |