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RASSEGNA STAMPA
n. 1130
del 18/03/2007
GATTA CI COVIN
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MATTONI D’ORO, quelli dei Patriciello. Ma pericolosi. Se ne era resa conto la Procura di Roma che a fine anni ’90 aveva confezionato un’inchiesta terremoto che ha visto indagati vertici imprenditoriali (in prima fila la pomiciniana Icla e la Pizzarotti), politici (l’ex presidente della Regione Campania Antonio Rastrelli e altri camerati), bancari e ministeriali. Una sfilza di appalti in tutta Italia, ma soprattutto nell’area campana, sarebbero stati al centro di una vera e propria cupola affaristica. L’inchiesta – come sovente capita a Roma – è finita tra le nebbie degli stralci & delle prescrizioni.

Val comunque la pena di ricordare alcuni significativi passaggi di quella ponderosa istruttoria, alla quale aveva lavorato il capitano dei carabinieri molisano Antonio Bandelli. «Un rilievo a parte meritano gli accertati rapporti - scriveva il gip Otello Lupacchini nel ’99 - tra la Icla spa e le imprese riconducibili a Patriciello Aldo, socio della So.Ge.Ca., destinataria di una fornitura per l’Icla dell’importo di 24,300 miliardi. La predetta società veniva raggiunta da comunicazione della prefettura di Caserta in data 23 luglio 1996, laddove si evidenziava la sussistenza di tentativi in corso d’infiltrazione mafiosa, tendenti a indirizzare le scelte della società. Di fatto, ad un controllo nel cantiere di Mignano Montelungo della Sogeca, in data 17 gennaio ’97, emergeva che le attività in corso si avvalevano di automezzi riconducibili al Co.v.In., consorzio volontario inerti di Casagiove, collegato all’organizzazione mafiosa dei Casalesi, secondo le dichiarazioni di Carmine Schiavone».

E sono ancora altre le re l azioni imbarazzanti. «Patriciello Aldo - veniva aggiunto nel documento - in qualità di assessore della Regione Molise, costituisce il fondamentale riferimento per Chianese Vincenzo (ispettore capo al ministero del Tesoro e presidente del collegio sindacale Tav spa, ndr) nella trattazione degli affari che costui gestisce in favore della società S.E.Tec., nella quale risultano interessati lui stesso e il genero, per il conseguimento di lavori relativi alla costruzione di un aeroporto regionale in Molise».

A gennaio ’96 un rapporto della commissione Antimafia si occupa proprio della Sogeca. «Significativa si delinea la situazione della Icla spa, soggetto che attribuisce lavori all’impresa Sogeca, incaricata della fornitura di materiali per 64 miliardi, dei quali circa 41 mediante forniture da realizzarsi in collaborazione con la Calcestruzzi». Sui rapporti Icla-Sogeca esiste poi un dossier redatto a marzo ‘97 dalla Digos di Frosinone e un altro rapporto del Ros di Roma datato novembre ’98.

Last but not least, era stato proprio ANTONIO DI PIETRO ad indagare sui rapporti intercorsi tra la pomiciniana Icla e la Calcestruzzi del gruppo Ferruzzi, anche sulla scorta di un esplosivo rapporto “Mafia-Appalti” finito sulla scrivania di Giovanni Falcone a inizio ’91. In esso venivano dettagliati in modo minuzioso i collegamenti di alcune big nazionali del mattone (fra cui la napoletana Fondedile, poi passata sotto il controllo dell’Icla), alcuni politici ed alcune potenti cosche mafiose, per controllare gli appalti in mezza Italia e riciclare danaro sporco. In altri interrogatori, il ministro dei lavori pubblici di Cosa Nostra Angelo Siino farà riferimento ai lavori per l’Alta velocità. Dopo pochi mesi Falcone e Borsellino salteranno per aria.

La Voce della Campania, marzo 2007