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RASSEGNA STAMPA
n. 1132
del 31/03/2007 BASTA COI FAVORI AI FIGLI. VERO ONOREVOLE DI PIETRO?
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_________________________________________________________________________ (di Gian Antonio Stella) «MEGLIO UNA BOCCASSINI di cento Parenti», tuonò un giorno Antonio Di Pietro. Dipende dai parenti, però. Con la Tiziana, che siccome faceva il magistrato ma sparava sulle sinistre fu addirittura sbandierata da Berlusconi come «futuro ministro della Giustizia», i rapporti erano pessimi. Per altri parenti, però, il ministro stravede. Suo figlio Cristiano, per esempio. Per lui, forse perché nacque settimino, è disposto a tutto. Anche a esporsi a figure che un tempo l’avrebbero fatto arrossire. Come una notizia Adnkronos di giorni fa: «”Un incontro utile che ha chiarito molto riguardo alla richiesta, avanzata da un soggetto privato, di costruire un Parco eolico sulla costa molisana”. È quanto dichiara Cristiano Di Pietro, consigliere provinciale di Campobasso, il quale su delega del presidente della Provincia era stato incaricato di partecipare al tavolo che si è tenuto al ministero dclle Infrastrutture con il ministro Di Pietro». Summit mondiale: «Caro papà ministro…». «Caro figlio consigliere. ..». «E poi dicono che nelle famiglie italiane non c’è dialogo», ironizza su La Stampa Massimo Gramellini. Parole sante. Tanto più che l’affettuoso genitore si era già visto rinfacciare questa sua dedizione al figlio. Prima quando emerse la storia della casa della Cariplo a due passi dal Duomo di Milano affittata per il ragazzo a un canone assai modesto. Poi quando Maurizio Gasparri chiese in una interrogazione come avesse fatto il giovanotto, agente di polizia, a esser trasferito da una questura settentrionale a Vasto, vicino a casa, nonostante li l’organico fosse già al completo. E infine quando saltò fuori che l’erede si era candidato alle comunali di Montenero di Bisaccia tra pacche di spalla dei compaesani: «Ma lo sa che lei è tutto il suo papà? Ma lo sa che lei cammina come il suo papà?». «Così fan tutti», rispose un assessore calabrese di Rifondazione alla scoperta che aveva assunto la moglie. Sarà. Ma il leggendario «eroe di Mani Pulite» non era quello che aveva gettato la toga per «dire basta a una certa politica»? Quello che diceva: «Le mie priorità sono l’abbattimento dei costi della politica, l’eliminazione di ogni nepotismo e favori, rigore nei conti pubblici»? Quello che martellava l’Ulivo perché «oggi, purtroppo, anche nel centrosinistra ci si è adeguati all’immorale pratica del nepotismo e dei favoritismi»? Ricordiamo la celeberrima sfuriata nei giorni in cui pareva l’Angelo Vendicatore: «C’è qualcuno in questo Paese che, con parole semplici e chiare, ci spieghi bene le cose come stanno e senza “ismi”?»? Bravo: ci spiega lui, con parole semplici, cos’è per lui il nepotismo?.
Corsera Magazine, 22.3.2007 |