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EDITORIALI E COMUNICATI
n. 1134
del 24/10/2005
DI PIETRO E LA BANDA DEI QUATTRO
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Caro Armando,

chiedo scusa a Beniamino ed a te se anche questa volta, per precedenti impegni, non potro’ essere presente all’iniziativa pubblica che avete programmato a ROMA al fine di rianimare ITALIA DEI VALORI.

Desidero pero’ esprimerti tutto l’apprezzamento per l’impegno che tu e gli altri amici state dedicando a documentare al milione e mezzo di Italiani che nel 2001 avevano creduto a cio’ che noi dicevamo sotto le bandiere di ITALIA DEI VALORI, che essi non si erano sbagliati, e che quell’ITALIA DEI VALORI rappresentava esattamente la stessa aspirazione che consente tuttora ai nostri Concittadini cui nessuno da’ voce, di sperare ancora che il Paese abbia toccato il fondo.

Sono stato tre settimane in CINA, dove e’ più che mai vivo sulla pelle il dramma della " Banda dei Quattro " capeggiata dalla moglie di Mao: l’ignoranza assurta a religione di guida, con conseguenze materiali per noi quasi inimmaginabili, ma con risvolti immateriali comprensibili che hanno invalidato anche quanto di " buono ", soprattutto sotto il profilo materiale, il maoismo aveva pur realizzato, trascinandolo nel crollo totale e lasciando anche pericolosamente sbilanciato il Paese.

Direi che, dal 2003, anche ITALIA DEI VALORI con il suo Mao nelle vesti di Antonio Di Pietro, e’ caduta nelle mani della Banda dei Quattro, sostituendo i PROGRAMMI ben precisi che ci identificavano facendosi apprezzare quando anch’io facevo parte del team incaricato di sviluppare le Aree Tematiche come Responsabile di quella dedicata all’Economia, Sviluppo, Lavoro, con gli strilli incomprensibili di chi sa fare ben poco più che sventolare bandiere senza nemmeno capirne il colore.

Il solo pensare che il Partito potesse rafforzarsi accettando nelle sue Sedi qualunque pellegrino anche chiaramente in mala fede, un atteggiamento che la Banda dei Quattro ha l’impudenza di sostenere tuttora, costituisce la prova più evidente della sinergia fra chi non e’ mai stato all’altezza della dimensione raggiunta nel 2001, e chi ha inteso sfruttare cinicamente quel successo, non tanto a spese del Partito quanto a tradimento del Paese.

Accadde anche nel 1999, dopo l’errore della confluenza ovvero cattura ne I DEMOCRATICI, ma allora cademmo come pollastrelli nelle mani di furbi matricolati regalando peso politico a destra ed a manca ( e facendo scappare purtroppo esattamente quella nostra forza che ci distingueva dalla Politica misera messa alla gogna da MANI PULITE ), ma il solo errore addebitabile ad Antonio Di Pietro allora, fu quello di tergiversare troppo a lungo prima di riportare il Partito alla sua dignita’, mentre quanti avevano ottenuto i vantaggi per cui si erano avvicinati, fortunatamente per noi fuggivano.

Questa volta purtroppo si applica a pennello al nostro Partito il proverbio " se errare e’ umano, perseverare e’ diabolico "

E infatti, ormai l’obiettivo di svuotare il Partito sotto la soglia di sopravvivenza e’ stato raggiunto, e quindi l’unica bella speranza, questa volta non meritata, e’ che iniziera’ nuovamente la diaspora di chi si era avvicinato o aveva finto di impegnarsi con fotomontaggi ed effetti sonori, solo per arraffare qualche momento di prestigio mai raggiunto sotto nessuna altra bandiera politica, ne’ sul posto di lavoro, semplicemente perche’ non ne era all’altezza.

Oggi voglio sperare che, a differenza della CINA, l’emersione delle miserie della Banda dei Quattro di ITALIA DEI VALORI non trascini nel fango anche Antonio Di Pietro, perche’ l’ITALIA distrutta moralmente come non mai, al punto da accettare come possibili leaders personaggi che l’Antonio Di Pietro originale avrebbe incontrato solo su avviso di garanzia, non puo’ permettersi di veder demolire l’unico mito recente, l’unica speranza vivente in cui aveva potuto credere.

Vi invito soltanto, nel modo più pressante, ad ignorare qualsiasi nome o cognome, ma a basare il rilancio solo ed esclusivamente su cio’ che nessun altro naturalmente fa in questo nostro mondo politico di minorati: il PROGRAMMA strategico, che non ha nulla a che vedere con i temi da contabili, pubblicizzati da chi non e’ in grado di fare di più.

E siccome c’e’ sempre chi non apprezza giudizi severi, soprattutto fra gli egualitaristi della Sinistra, voglio ribadire che il mio giudizio negativo qui espresso per l’ennesima volta, e’ basato esclusivamente sui risultati eclatanti che ci soffocano.

Con i miei migliori auguri di successo, affinche’ che la nostra Banda dei Quattro segua il destino di quella cinese.

Pierpaolo Benni, ex Responsabile Nazionale Area Tematica Economia, Sviluppo, Lavoro