|
Home | Per conoscermi | News | Editoriali e Comunicati | Incontri ed eventi | Rassegna Stampa | Archivio Foto e Video |
EDITORIALI E COMUNICATI
n. 1135
del 14/05/2005 PUNTUALITA’
indietro »
....omissis... Abbiamo dato corso all’incontro regionale organizzato in Emilia-Romagna al fine di verificare se sopravviva la volonta’ e la disponibilita’ per ricordare a ITALIA DEI VALORI che essa esiste solo in quanto impegnata senza se e senza ma a ridare dignita’ alla Politica italiana, al di fuori delle deviazioni che si verificano da troppo tempo nella sua linea “ ufficiale “. E’ emerso che lo sbandamento trae origine dalla mancata definizione iniziale della linea Politica del Partito, che si e’ sviluppato soprattutto sul principio della devozione ai Valori Universali, fra cui incidentalmente la Legalita’, lasciando troppo spazio alle interpretazioni personalizzate in tutti i campi attuali della Politica, con conseguente diaspora alla crescita. Su questo scenario iniziale incerto, e che il Partito stava cercando di superare a partire dal 2001 attraverso una faticosa definizione delle posizioni nelle diverse Aree Tematiche con un lavoro sabotato dal Coordinatore che perseguiva obiettivi diversi da quelli del Partito, e’ caduta come un macigno la lotta a tutto campo contro i Valori Universali voluta dalla C.d.L. con il risultato, per ITALIA DEI VALORI, di metterne in discussione persino l’unica base accettata di rferimento: la Legalita’. Era inimmaginabile, fino alla fine del 2003, che in ITALIA DEI VALORI potessero accadere fatti di un tale squallore, a parte l’illeceita’ e l’illegalita’, che avrebbero fatto arrossire anche coloro che Antonio Di Pietro aveva trascinato davanti alle telecamenre di MANI PULITE: non esiste alcun dubbio che Antonio Di Pietro nel pieno possesso delle sue facolta’, cioe’ libero mentalmente e fisicamente, non avrebbe mai potuto avallare, ma nemmeno sentir parlare di simili empieta’. E’ chiaro che, non solo Antonio Di Pietro come padre-padrone del suo Partito e della relativa immagine, ma anche tutti gli aderenti onesti ed in buona fede avrebbero avuto il dovere di impedire la progressiva deriva affaristica del Partito, iniziata con atteggiamenti di irrazionale e non dignitosa sottomissione nei confronti di chi appariva più forte ed a danno di chi appariva più debole, eventi di cui furono iniziali esempi negativi l’uscita dal Partito di Rita Guma e di Alessandra Battellino, cui la frana del 2004 ne ha affiancate altre centinaia, fino a ridurre il Partito ad una cosca nelle mani degli arrivisti in gran parte giunti dall’esterno, cresciuti alla scuola del Craxismo-Prodismo-Berlusconismo. A tutti va ricordato che la Democrazia trova il suo valore invincibile nei confronti delle Dittature proprio nella necessita’ di maturare le reazioni di fronte all’imprevisto, il che le garantisce sempre di vincere le guerre, per quante battaglie perda. Per ogni Martire che la Dittatura fucila, nascono infatti cento nuovi paladini della Verita’ che alla fine, senza violenza, travolgono i poveri di spirito privi di capacita’ critica che intascano, credono, abbediscono, combattono. Tre o quattro anni fa’ non esisteva ancora, all’interno di ITALIA DEI VALORI, quella consapevolezza democratica che ora coalizza la stragrande maggioranza degli aderenti a non accettare ulteriormente iniziative adottate a capriccio, per quanto il Potere soprattutto economico che vi si e’ radicato adotti i classici sistemi di cooptazione pelosa, tipici di tutti gli ambienti che non dispongono di altri mezzi per ottenere il consenso, ingaggiando i Collaborazionisti, che di volta in volta assumono nella Storia le divise di Repubblichini, Petainisti, Cosacchi, Kapo’, Quislingisti, Ustascia, Utili Idioti ecc … . Chi avesse perplessita’ di fronte alla constatazione che l’attuale ITALIA DEI VALORI non ha più nulla a che vedere con quella fondata da Antonio Di Pietro; che ottenne il 4% alle Elezioni del 2001 essendosi presentata per quello che Antonio Di Pietro aveva voluto che fosse; e che poi raccolse senza problemi le adesioni al REFERFENDUM contro la Schifani “ a dispetto “ di tutti gli altri Partiti, legga l’inqualificabile “ manifesto degli imbavagliati “, il messaggio all’Assemblea di ottobre 2004, eppoi l’attuale Regolamento per i Congressi Periferici, a fronte del quale si sta levando il coro contro i trucchi inventati per garantire il successo a chi comanda: c’e’ chi emette tessere non ai morti, ma tralasciando di numerarle … ! E, per finire, la semplicita’ con cui a Zamponi ed a Donnici sembra logico mantenere incarichi di Partito e nelle Istituzioni, e cio’ viene loro concesso, a fronte del drammatico problema ( mondiale ) del Conflitto d’Interessi fra Politica ed Istituzioni. Questi errori inammissibili per chi si caratterizza in difesa della Legalita’ su cui costruire la Giustizia in ambito Politico, non possono coinvolgere un Antonio Di Pietro nel pieno possesso delle sue facolta’, e quindi rimane più che mai d’attualita’ il dilemma: o chi crede nella missione di ITALIA DEI VALORI si impegna a liberare Antonio Di Pietro dal Plagio che tuttora lo condiziona, o tanto vale che, chi vi mena le danze, continui ad operare per la sua scomparsa, non come confluenza in qualche altro Partito, operazione che gli aderenti ad ITALIA DEI VALORI certamente rifiutano per principio avendo stima delle proprie individuali capacita’ di giudizio, ma come “ tutti a casa, perche’ gli illusi fondatori hanno scherzato “. A tanti che a parole, e magari senza capirne il significato, si dichiarano sostenitori del sistema Maggioritario, mi permetto di far presente che quel sistema comporta che, chi detiene la Maggioranza in un Parlamento, un Consiglio o un Partito, deve ( non puo’ ) comandare attuando il suo Programma secondo il suo stile di conduzione, e chi non lo condivide, deve ( non puo’ ) sollevare eventuali crtitiche, ma mai lasciarsi coinvolgere in cio’ che per lui e’ inaccettabile, essendo suo dovere fare in modo che la Maggioranza giudicata in errore venga sostituita sulle ali del sostegno della base, risultato cui ha diritto e che merita, solo in quanto non abbia collaborato con chi sbagliava; anzi ne abbia motivato puntualmente le critiche. Gli amici dell’Emilia-Romagma sono determinati a tentare ancora una volta di liberare il Partito come accadde in occasione del sequestro dentro I DEMOCRATICI, mentre permangono al momento incerte due situazioni da perfezionare progressivamente: se Antonio Di Pietro sia concretamente recuperabile come testimonial della Politica connaturata ad ITALIA DEI VALORI, tramite una sua chiara presa di distanza da chi calpesta tutto dentro il Partito, a partire dalla Legalita’, e quale indipendenza Poliitica si ritenga utile reclamare per svolgere al meglio la missione nell’interesse del Paese. Per il momento, mentre il DECALOGO allegato verra’ esaminato nelle varie sedi, mi e’ stato chiesto di arricchire con determinazione l’aspetto Legalita’, e coerentemente trasmetto l’edizione aggiornata modificata nel primo capoverso. Sia ben chiaro che il mio impegno e’ dedicato esclusivamente a proporre la linea Politica che io giudico più vantaggiosa al Partito al fine di massimizzare la sua influenza nella definizione dei Programmi di Governo, qualunque esso sia, ed a suggerire i dettagli organizzativi tesi a realizzare quell’obiettivo, ad esempio attribuendo un peso alla difinizione ed implementazione della linea Politica, cosa che più manca in ITALIA, decisamente superiore a quello che si evince dalla proposta che un amico mi ha recentemente trasmesso, mentre non sento come parte della mia professionalita’ l’impegno RESPONSABILE, non cio’ che viene fatto ora, diretto nel Territorio, per il quale sono necessarie candidature appropriate. Pierpaolo Benni, ex Responsabile Nazionale Area Tematica Economia, Sviluppo, Lavoro |