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EDITORIALI E COMUNICATI
n. 1137
del 14/04/2007
LETTERA APERTA ALL’ON. DI PIETRO DAL CO-FONDATORE DI “ITALIA DEI VALORI”
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A seguire pubblichiamo la nota che ci invia l'avv. Mario Di Domenico di Roma, presidente del Movimento dei Valori". Ai sensi della vigente normativa i contenuti della nota rispecchiano esclusivamente la volontà dello scrivente e non impegnano in alcun modo la redazione giornalistica del sito web

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(23 marzo 2007) - Abbiamo saputo dall’On. Veltri e da un giornale online, “La Voce” della Campania, che sono stati entrambi diffidati dal collega Sergio Scicchitano poiché, secondo lei, non solo non dovrebbero occuparsi dei suoi affari ma anche i loro e i nostri amici dovrebbero evitare di farlo o dire alcunché di ostile nei suoi confronti.

Francamente, resta difficile non solo comprendere da quale titolo giuridico deriverebbe tale imperativo, da quale sentenza definitiva sia pure di primo grado civile, amministrativo o penale, ma soprattutto il perché.

La richiesta di archiviazione formulata dalla Procura della Repubblica di Roma, cui ha fatto riferimento, ha – invero – ritenuto che dai fatti documentati non è al momento agevole inquadrare la sanzione (a mio modesto parere sbagliando, ma questo lo stabilirà il Tribunale) sulla condotta criminosa del possibile conflitto di interessi tra il suo operato di socio unico di società di capitali e di socio unico dell’associazione partitica no profit IDV in relazione all’addebito fattole di arbitraria, quindi illegittima, distrazione della quota di finanziamento pubblico che lo Stato riserva ai partiti e non ai singoli soci. Pare di capire che la Procura abbia ritenuto ciò non per la mancanza di prove ma solo per il difetto, tutto italiano, di una carenza normativa ed organica circa il sistema dei partiti politici nell’ordinamento giuridico.

Non ha mancato, tuttavia, di rilevare, tra le altre ipotesi di reato mossele, che quella dell’appropriazione indebita (furto) risulterebbe coperta da prescrizione. Di talché, e solo per economia processuale, ha paventato l’inutilità delle attività processuali. Non v’è dubbio, però, che il furto resta incollato alla verità.

A ben leggere, la Procura della Repubblica ha fatto molto, molto di più. Considerando la sua immagine pubblica di primo piano, ha affermato che “Sotto tale profilo, ferma restando la negativa ricaduta di immagine personale e politica che la notorietà del fatto potrebbe determinare nell’opinione pubblica…”.

E’ allora il caso che l’opinione pubblica sappia e si interroghi con cognizione reale della “verità”, per i fondamentali presupposti di libertà dello Stato. Verità che dovrebbe consentire, appunto, di procedere coerentemente nella scelta degli amministratori e nella valutazione dei loro principi etici, morali e di trasparenza.

Legga bene il provvedimento e capirà che la Procura della Repubblica ha fatto molto.

Sotto il profilo socio – giuridico è come avesse detto: due sono i modi con i quali si fa ingiustizia, con la violenza e con la frode. Ma forse è proprio quest’ultima quella che desta maggiore repulsione in quanto è la modalità di coloro che, quanto più ingannano, tanto più fanno in modo di sembrare onesti. Le pare allora poca cosa quello che ha detto la Procura della Repubblica circa il “suo” strano modo di rapportarsi allo Stato come socio unico di un’associazione partitica ?

Ecco anche perché mi sono motivato, infine, a scriverle nel ricordo assordante delle parole pronunciate da Paolo Borsellino sulla “verità” e sulla necessità di rivendicarla: “con forza ed anche senza più diplomazia” perché “l’opinione pubblica” sappia e rafforzi la propria coscienza democratica, se si vuole contribuire a migliorare questo nostro amato Paese. Magari a partire dalle qualità etiche e morali di chi siede nelle Aula Parlamentari.

Forse, noi del dopo “tangentopoli” siamo stati tutti troppo ingenui o idealisti. Ma neppure possiamo rassegnarci dopo le struggenti raccomandazioni di Giovanni Falcone: “si muore perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno”.

Chiediamo solidarietà all’opinione pubblica perché vogliamo continuare a sperare in un futuro migliore, almeno per i nostri figli. Con uno Stato di diritto in cui si possano e debbano trovare gli strumenti per la tutela giuridica della verità.

Altro motivo che mi ha spinto a queste note sta nel desiderio che nessuno dei vecchi amici (ingenui anch’essi) protagonisti di quell’avventura conosciuta come “mani pulite”, con la fondazione dell’ “ITALIA DEI VALORI” che aveva al primo punto dello scopo associativo (ora non più) la battaglia contro il finanziamento pubblico in tutte le sue forme, debba subire irrisione e derisione: ma chi te lo ha fatto fare ? Ma che tte frega ?

Dica allora lei, On Di Pietro, all’opinione pubblica italiana se è valsa la pena di “sfasciare” lo Stato per una società sottocapitalizzata (la sua), sia pure con un cospicuo patrimonio immobiliare per il controllo assoluto e dispotico di un’associazione partitica (completamente diversa e da lei illegittimamente manipolata per i suoi fini personali). Non era proprio questo il sistema dei partiti che avevamo programmato di combattere al primo punto dello statuto confezionato insieme nel ’98 ?

Era proprio questo quello che sognavamo tutti per l’affermazione concreta della sovranità popolare entro lo schema costituzionale del sistema dei partiti ? Ed allora, se è davvero tutto questo quello che si voleva, vada a riferire in Parlamento ed all’opinione pubblica “la verità”.

Quello che le si chiede di rendere, a questo Paese fin troppo vilipeso dagli scandali (vallettopoli, calciopoli, intercettazioni abusive…) è in fondo una cosa, tutto sommato, per lei normale: l’onore della “verità” verso tutti i cittadini normali e gli elettori normali.

Mi consenta anche di suggerirle alcune linee guida tratte proprio dal discorso di “verità” che l’On. Craxi ebbe a pronunciare (ironia della sorte) al popolo italiano. In un Paese in cui il revisionismo storico è una puntuale quanto intrigante cadenza periodica, non dovrebbe apparire neppure irriguardoso nei suoi confronti né fuori tempo.

Ripeta queste parole, per rendere il suo partito simile a tutti gli altri dell’arco costituzionale, se ne ha il coraggio:

“E tuttavia, d'altra parte, ciò che bisogna dire, e che tutti sanno del resto, è che buona parte del finanziamento politico è irregolare od illegale. I Partiti (i soci unici di associazioni partitiche come la sua, Ndr) specie quelli che contano su apparati grandi, medi o piccoli, giornali, attivita' propagandistiche, promozionali e associative, e con essi molte e varie strutture politiche e operative, hanno ricorso e ricorrono all'uso di risorse aggiuntive in forma irregolare od illegale.

“… Non credo che ci sia nessuno in quest’aula, responsabile politico (o soci unici di associazioni partitiche come la sua, Ndr) di organizzazioni importanti che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo (Allora nessuno fiatò, nessuno si alzò, nessuno querelò, nessuno disse niente a nessuno…Ndr).

C’è una cultura tutta italiana nel definire regole e leggi che si sa non potranno essere rispettate, muovendo dalla tacita intesa che insieme si definiranno solidarietà nel costruire le procedure e i comportamenti che violano queste stesse regole.

Se, però, gran parte di questa materia deve essere considerata materia puramente criminale allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale.

Bisogna, però, innanzitutto dire la verità delle cose e non nascondersi dietro nobili e altisonanti parole di circostanza che molto spesso e in certi casi hanno tutto il sapore della menzogna”.

Rammentiamo anzitutto a noi stessi come, in quell’occasione, di “verità” nessuno parlò, nessuno querelò, nessuno respirò, per non incorrere nel pericolo di uno sguardo capace d’altri ancora più pesanti interrogativi… Insomma nessuno disse niente. E la verità?

Chissà che qualcuno ora, come l’On. Fassino, l’On.Mastella, chiunque esso sia di questo o quell’altro colore, invece si alzino e dicano qualcosa di sinistra, o magari qualcosa di destra, o forse più semplicemente quello che lei vorrebbe sentirsi dire e cioè che le associazioni partitiche dei “DS”, dell’”UDEUR” o della “Margherita” o di “AN”, o di “Forza Italia”, insomma nessuno escluso, sono tutte simili alla sua con socio unico e cioè che approvano i bilanci di esercizio guardandosi allo specchio. E invece no, sono tutte organicamente composte da più associati (tesserati), sono dotate di organi di controllo, democraticamente impostate sulla e dalla molteplicità degli associati (come Costituzione vuole), nessuna, insomma, è sostanzialmente rappresentata dal “socio unico”, i contrassegni elettorali sono dell’ente giuridico collettivo e non marchi personali di impresa, come lo è quello di “IDV”.

La Procura ha fatto molto di più di quello che lei crede: l’ha espressamente invitata a dire la “verità” alla pubblica opinione. Non l’ha certo rimessa in regola.

Informi l’opinione pubblica (di cui fa parte anche il Giudice che dovrà giudicarla ed al quale lei ebbe a dichiarare la regolarità della deliberazione 31.03.2003 di approvazione del bilancio, per il ricorso irregolare alla quota di finanziamento pubblico alle casse dell’erario statale) che, appunto, quella delibera è nulla perché non regolarmente partecipata dagli aventi diritto.

Dica ancora all’opinione pubblica che la deliberazione del 5.11.2003 dinanzi al notaio Rummo (rep. 1613 e racc. 1033), da lei voluta, presieduta e poi utilizzata per completezza delle pratiche necessarie al finanziamento pubblico dei partiti è anch’essa nulla, con conseguente estensione di nullità degli atti successivi, connessi e dipendenti (lo dice la legge) perché partecipata per i due terzi da soggetti non aventi il diritto di partecipare, quindi estranei alla compagine associativa, contraddittoriamente a quello che invece lei ha riferito al Giudice.

Dica poi, tutto d’un fiato, all’opinione pubblica che la delibera IDV del 20.12.2003 dinanzi al notaio Noseri (rep. 133507 e racc 27610) è nulla anch’essa perché partecipata solo da lei e da lei soltanto e, peraltro, con affermazioni non veritiere.

Non dimentichi di dire anche qualcosa politicamente a sinistra per l’equità sociale e così dica ad esempio che l’1.4.2003, dinnanzi al notaio Santus (rep. 6885) ha costituito la società immobiliare AN.TO.CRI. srl, con capitale sociale di € 50.000,00 e che questa, senza insegna alcuna, senza personale dipendente, senza alcun contatto con il mercato nel breve volgere di un solo anno, questa società ha acquistato ben due appartamenti: uno al centro di Milano di “sole” 11 stanze per un valore (dichiarato) di € 619.358 con atto del 28.04.2004 del notaio Ajello (rep. 418361) ed un altro al centro di Roma di altre 11 stanze in data 20.06.2005 con atto del notaio Ramondelli (rep. 65210).

Non dimentichi poi di dire che componenti del consiglio di amministrazione di questa società sono, o sono stati, l’On. Mura e suo marito. Precisi che l’On. Mura è la tesoriera della sua associazione partitica “Italia dei Valori” di cui lei è socio unico. Diversamente, le sue affermazioni non avrebbero il giusto metro di raffronto etico e morale con le tante battaglie da lei condotte sul piano del conflitto di interessi.

Non abbia poi timore di riferire la “verità” anche a quel cittadino normale, peraltro suo sostenitore, Pietro Ricca, che le ha rivolto una domanda normale. Dica che non è vero che lei regala 50.000,00 euro l’anno all’associazione partitica IDV, almeno che non risulta legalmente perché nei suoi bilanci il massimo delle liberalità registrate ammonta a non oltre 7.000,00 euro l’anno.

Lei afferma che dal 05.11.2003 è socio unico di questa associazione e se ancora in tale qualità, il 31.03.2005 ha ancora approvato il bilancio, se cioè, come legge vuole (art. 18 Cost. e 27 c.c.), la pluralità degli associati non è stata ripristinata entro i sei mesi stabiliti, dica al popolo italiano che l’associazione IDV è estinta e che provvederà a restituire il dovuto, senza necessità di alcuna pronuncia del Giudice.

Robert Kennedy, che in fatto di coraggio e di verità se ne intendeva, ebbe ad illuminare la democratica platea americana con queste riflessioni, che auspico siano di stimolo, almeno, alla solidarietà: “Ci sono coloro che guardano le cose come sono, e si chiedono perché… Io sogno cose che non ci sono mai state, e mi chiedo perché no”!

Cordialmente

Avv. M. Di Domenico, Presidente del 'Movimento dei Valori'