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RASSEGNA STAMPA
n. 1139
del 15/04/2007 GELO DOPO LA SVOLTA SULLA STRAGE. LŽUNIONE: E ORA CHIEDETECI SCUSA
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Indulto, la destra accusa e poi frena - LŽex ministro Castelli: lŽeccidio è un effetto devastante della legge - Gasparri: una vergogna ma poi si scopre che Marzouk non ha ucciso - Santagata: si usa una vicenda indefinita per emettere una sentenza annunciata ___________________________________________________________________________ ROMA - LŽex ministro della Giustizia Roberto Castelli sbaglia i tempi giusto di mezzŽora. Sono le 12 e 30 quando detta alle agenzie lŽennesima dichiarazione polemica contro lŽindulto e «i suoi devastanti effetti», contro le «conseguenze drammatiche e perverse» che lo sconto di pena continuerà a produrre. Se la prende con il suo successore Clemente Mastella che avrebbe assecondato la misura di clemenza verso i detenuti, mentre lui, inflessibile leghista, sŽera sempre opposto. «Il ministro della Giustizia ha una fortissima influenza sul Parlamento su una misura come questa, tanto è vero che, finché sono stato ministro io, le Camere non hanno mai votato questa legge». Le parole sono pietre, e stavolta la frittata è fatta. Passano 25 minuti e il massacro di Erba cambia faccia, le colpe dellŽindulto sfumano fino a scomparire perché Carlo Castagna, padre, marito e nonno di tre delle quattro vittime, assolve il genero Azouz Marzouk che lo ha chiamato dalla lontana Tunisia. Non cŽentra lui e non cŽentra lŽindulto di cui ha usufruito. In via Arenula il Guardasigilli Mastella, che ha appena ricevuto una lettera minacciosa con tanto di bossolo incluso, si prende la rivincita. Che sta nella prima reazione contro Castelli e lŽaennino Maurizio Gasparri, un altro parlamentare che non manca occasione per dire tutto il male possibile contro lŽindulto. Di buon mattino lŽaveva definito «unŽautentica vergogna» di cui aveva chiesto debito conto a quanti lŽhanno votato. Il primo a segnare il cambio di rotta è Mauro Fabris, presidente dei deputati dellŽUdeur, uomo politico vicinissimo a Mastella. Fabris vuole le scuse di Castelli e Gasparri che, quantomeno, dovrebbero «ritirare accuse ingiuste che non avevano perso tempo a rinnovare contro Mastella». Fabris inserisce la chiave politica: lŽindulto è un mezzo per «dare addosso allŽesecutivo con tutti i mezzi, compreso quello di criminalizzare i singoli ministri, anche per responsabilità che non hanno». Gli ultimi attacchi a Mastella non sono che «il segno del degrado politico». Da Como giungono notizie che sempre più allontanano i sospetti da Marzouk (come i tabulati telefonici che lo localizzano lontano dal luogo del delitto) e lŽUnione riprende fiato nel "proteggere" lŽindulto. Parla il ministro per lŽAttuazione del programma Giulio Santagata, prodiano doc, che nota come «ancora una volta» sia stata utilizzata una vicenda «i cui contorni sono tutti da definire» per emettere «una sentenza annunciata contro lŽindulto e le politiche del governo mentre Mastella diventa oggetto di intimidazioni inaccettabili». CAMBIA MUSICA anche lŽITALIA DEI VALORI: se di mattina Silvana MURA, deputata vicina ad Antonio Di Pietro, definiva lŽindulto «una scelta sbagliata», a sera il capogruppo alla Camera MASSIMO DONADI ammette che «le polemiche sullo sconto, in questo momento, appaiono francamente FUORI LUOGO». LŽulivista Nello Palumbo mette in guardia dal rischio di legare «arbitrariamente» allŽindulto «fatti di cronaca nera che sono una costante della nostra società». I verdi Paolo Cento e Paola Balducci invitano tutti «a non diffamare lŽindulto e chi, in maniera trasversale, lo ha votato». La partita, almeno per questa volta, finisce uno a zero a favore dello sconto di pena. (l.mi.) La Repubblica, 13.12.06 |