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RASSEGNA STAMPA
n. 1140
del 15/04/2007 TUTTI CONTRO MASTELLA. LA LEGA: HA LE MANI SPORCHE DI SANGUE
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Castelli, Gasparri, Di Pietro alla cieca contro l’indulto: «Ecco il risultato... » - Ma lo «scarcerato» non c’entra. Solo l’Idv fa RETROMARCIA ______________________________________________________________________________ (di Massimo Franchi) NIENTE DI PIÙ FACILE PER LORO Si alzano, vedono i titoli dei giornali e dettano alle agenzie i loro proclami. «La strage di Erba è il tragico effetto dell’indulto», parte Castelli. «Chi ha votato l'indulto ha contribuito a questo eccidio», continua Gasparri. Pure Di Pietro non perde l’occasione per attaccare il provvedimento di clemenza e chi lo ha firmato: «L'indulto non ha opposto Di Pietro a Mastella, ma il Parlamento al paese, che chiede una società dove c'è maggiore sicurezza. E non si dà sicurezza mettendo fuori decine di migliaia di persone perché non c’è spazio per tenerle dentro». Difficile andare oltre. Ci riescono i senatori della Lega Piergiorgio Stiffoni ed Ettore Pirovano: «Le mani sporche di sangue di una classe politica incosciente e pressappochista di fronte alle conseguenze prodotte dall’indulto». Gasparri va poi avanti: «Bisognerebbe perseguire come favoreggiatori di questa autentica strage quanti dissennatamente hanno votato l'indulto. Un’autentica vergogna. Sappiamo chi ha contribuito a questo eccidio. Basta leggere i resoconti del Parlamento». Non poteva mancare Mario Borghezio: «La spaventosa mattanza cui ha dato luogo a Erba un delinquente spacciatore marocchino (è tunisino, Ndr) ci prospetta uno scenario a cui dobbiamo abituarci. Quel che è successo a Erba può succedere, in ogni momento, dovunque personaggi non integrati semplicemente perché non integrabili, hanno trovato nel nostro territorio e, purtroppo, anche in Padania facile accoglienza, ottusa tolleranza, favoritismi politico-sociali d'ogni genere. È ora di finirla». Peccato che già da qualche ora si sappia benissimo che Azouz Marzouk, il 26enne tunisino uscito per l’indulto, additato da gran parte della stampa come il mostro, sia già stato scagionato. La demagogia e la strumentalizzazione è lo sport preferito dalla destra forcaiola e vale a poco ricordare come il 14 novembre del 2002 l’intero parlamento in seduta comune (Lega e Alleanza Nazionale comprese) applaudirono Giovanni Paolo II che chiedeva «clemenza per i detenuti». Le cronache, ormai storiche, raccontano: «l’applauso più lungo è stato quello per l’invito ad un atto per le carceri che scoppiano». La polemica politica monta appena chi è stato accusato ingiustamente legge dalle agenzie che l’indulto con Erba non c’entra niente. I “mastelliani” sono i primi a difendere il loro leader. «Le minacce ricevute dal ministro Mastella segnalano l'ulteriore degrado del clima politica nel paese - sostiene il capogruppo dell’Udeur alla Camera Mauro Fabris -. Pur di dare addosso all'esecutivo si usano tutti i mezzi, compreso quello di criminalizzare i singoli ministri, anche per responsabilità che non hanno. Adesso ci aspettiamo che gli ex ministri Castelli e Gasparri, e tutti coloro che li hanno seguiti su quella strada, quanto meno ritirino le accuse ingiuste che non avevano perso tempo a rinnovare contro il ministro Mastella». Anche il governo alza la voce: «Ancora una volta una tragedia diventa occasione per una “sentenza annunciata” contro l'indulto e le politiche del governo, mentre il ministro Mastella diventa oggetto di intimidazioni inaccettabili», interviene Giulio Santagata, ministro per l'Attuazione del programma. E IN SERATA ARRIVA IL “DIETROFRONT” DELL’ITALIA DEI VALORI CHE CON IL CAPOGRUPPO ALLA CAMERA MASSIMO DONADI: «A nome di tutti i deputati esprimo piena solidarietà al ministro della Giustizia Mastella: il riaffiorare di polemiche sull'indulto ci appare in questo momento francamente fuori luogo». L'Unità, 13.12.2006 |