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EDITORIALI E COMUNICATI
n. 1170
del 28/09/2007 È DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA LA SOLUZIONE SPECIALE AL CASO DI PIETRO E VISCO: ENTRAMBI A CASA!
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A seguire pubblichiamo la nota che ci invia l'avv. Mario Di Domenico di Roma, presidente del Movimento dei Valori". Ai sensi della vigente normativa i contenuti della nota rispecchiano esclusivamente la volontà dello scrivente e non impegnano in alcun modo la redazione giornalistica del sito web _____________________________________________________________________________ Egr. sig. DIRETTORE, E’ del Presidente della Repubblica in straordinaria sintonia con la Procura della Repubblica di Roma la soluzione SPECIALE al caso VISCO – DI PIETRO. Il Presidente della Repubblica ha lanciato, l’altro ieri, l’ennesimo monito ai partiti politici ed ai politici: “servono decoro e legalità, chi sta nelle istituzioni deve dare l’esempio”. Parole sacrosante. In piena sintonia con la Costituzione; nel senso che il decoro, l’etica e la morale devono avere la stessa rilevanza di un precetto giuridico, costituzionale. Insomma, come a dire, chi non ce l’ha rifletta sia sulla liceità della propria obbligazione politica verso lo Stato, sia sulla legittimità delle proprie azioni. Parole sante! Il Ministro delle infrastrutture, Antonio Di Pietro, l’ha addirittura anticipato indirizzando polemiche scritte, al Corriere della Sera, dirette al vice Ministro Vincenzo Visco, pregandolo di fare un passo indietro e di andarsene a casa. “Il viceministro - ha scritto Di Pietro ricordando la singolare richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Roma - ha violato comunque un precetto di legge a cui non può che conseguire una sanzione che potrà e dovrà, di volta in volta, essere valutata in altri ambiti”. Parole sacrosante! Noi che siamo semplici osservatori, figli dell’evento socio-giuridico di tangentopoli, contro questo tipo di politica avventuriera, da “casta”, abbiamo provato a fare questa equazione. La stessa Procura di Roma, riguardo certe questioni del Ministro Di Pietro, tra politica e affari, ha similmente chiesto l’archiviazione, ma non ha mancato di sottolineare, sul piano etico e morale, “l’inopportunità di certe sue operazioni e la negativa ricaduta di immagine personale e politica che la notorietà del fatto potrebbe determinare nell’opinione pubblica nei confronti dell’On. Di Pietro”. Insomma ha anch’essa anticipato il monito del Presidente della Repubblica di uno Stato politicamente decoroso, etico, morale per il giusto esempio ai Cittadini. E allora viva Dio, signor Presidente della Repubblica, se c’è questa sintonia istituzionale e costituzionale facciamo che si sappia, senza più timore della verità, senza più paura del rumore della verità, senza neppure più diplomazia che: il partito di Di Pietro è l’unico in Italia, anzi in Europa e forse nel Mondo in cui si accede per atto notarile come se si entrasse in una holding finanziaria; che è l’unico partito al mondo illegittimo, perché costituito da un solo socio (Di Pietro); che i fondi dello Stato (i soldi dei Cittadini) vengono determinati e gestiti in bilancio da un unico socio (Di Pietro); che per dare idea di quel minimo di pluralità che la Carta costituzionale impone ai partiti politici egli approva i bilanci guardandosi allo specchio, per essere almeno in due (in tre sarebbe già un’associazione a delinquere); che la legge dispone lo scioglimento di diritto delle compagini associative formate da un unico socio; che i soldi così illegittimamente percepiti dal finanziamento pubblico, dovrebbe essere restituiti allo Stato perché sono dei Cittadini. Che si sappia, anche, che egli ha approvato il bilancio dell’IDV con delibera all’unanimità dei soci presenti (e non è vero) il 31 marzo 2003, per corredarla alla pratica di finanziamento pubblico ai partiti, e che per l’irregolarità di tale deliberazione pende giudizio di nullità dinanzi il tribunale di Roma; che si dica in giro che egli ha registrato il contrassegno elettorale IDV come proprio, personale, esclusivo “marchio personale di impresa” e non come “marchio collettivo di un partito plurale”, e che per tale questione pende altro giudizio dinanzi al Tribunale di Roma; che le sedi dell’associazione “Italia dei Valori” a Roma sono di proprietà della società immobiliare di cui l’On. Di Pietro è, ancora una volta, non per illegittimità dei politici a partecipare il capitale delle società immobiliari, ma per sua sfiducia personale verso tutto il genero umano, “socio unico” e che l’Italia dei Valori di cui egli è “socio unico” paga a lui sotto la veste dei canoni le rate di mutuo attingendo dalla quota del finanziamento pubblico ai Partiti politici. Tutto illegittimo ma niente illecito, o meglio tutto legittimo ma tutto illecito! Insomma, ci perdoni signor Presidente della Repubblica, ma sapeva mai che con una fava ha acchiappato con l’etica, la morale, il decoro, l’esempio di due piccioni? Bene mandiamoli allora a casa tutti e due. Diamo, una buona volta, il segnale concreto che tutto quello che nuovamente accade in questo Paese non si riduce infine in una bolla di sapone. Facciamo sì che ogni tanto accada qualcosa di concreto: Visco – Di Pietro, date il buon esempio, andate a casa! Con i migliori auguri editoriali
Avv. M. Di Domenico, Presidente del 'Movimento dei Valori' |