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RASSEGNA STAMPA
n. 1217
del 29/01/2008
ACQUALATINA - FRODE, LA PROVA NELLE INTERCETTAZIONI
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Nell'ordinanza del gip figurano messaggi, mail e conversazioni tra gli arrestati - Il caso Martella approda al Senato: l'ex Guardasigilli attacca Di Pietro

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Latina (25/01/2008) - Oltre quattro anni d'indagini per provocare alla fine un terremoto politico-giudiziario che ha portato agli arresti domiciliari gli amministratori di Acqualatina. Tra questi il nome più famoso è senz'altro quello di Paride Martella.

Le accuse sono gravi: associazione per delinquere finalizzatta all'abuso d'ufficio, alla frode nelle pubbliche forniture, al falso ideologico in appalti pubblici e la truffa aggravata per l'indebito ottenimento di fondi pubblici. Questi reati sono contestati dal Pubblico ministero Raffaella De Pasquale, oltre che a Martella, anche all'attuale amministratore delegato, Silvano Morandi, oltre agli amministratori Raimond Besson, Giansandro Rossi, Bernard Cyna e Louis Marie Pons.

Le ipotesi accusatorie sono state riassunte nelle venticinque pagine con cui ha richiesto le misure cautelari al Giudice per l'indagine preliminare Tiziana Coccoluto. Questi, da parte sua, ha motivato la concessione degli arresti con 30 pagine di ordinanza scritta in modo molto fitto.

Nel frattempo, nell'ufficio del Pm, sono iniziate le fotocopie di una trentina di faldoni che si aspettano siano richieste dal tribunale del Riesame, dove con ogni probabilità ricorreranno gli indagati. In questi fascicoli, e in parte anche nell'ordinanza, sono contenute tutte le fonti di prova. Dal punto di vista della curiosità popolare le più importanti sono numerosi messaggi di posta elettronica e una serie di intercettazioni telefoniche. Alcune persone - hanno richiesto l'anonimato - che hanno avuto modo di leggere i messaggi, sostengono che questo carteggio è sconcertante per la chiarezza della conversazione.

Le intercettazioni rileverebbero i numerosi colloqui tra alcuni degli indagati per portare avanti l'attività industriale del gestore con riferimento all'esame della congruità sulle proposte delle imprese per affidare gli appalti. Accanto a questa documentazione, tuttavia, i finanzieri della Squadra di polizia giudiziaria della Procura e del Nucleo provinciale di Polizia tributaria (comandato dal tenente colonnello Fabrizio Giaccone) hanno posto centinaia di atti ufficiali acquisiti negli uffici di Acqualatina. Per l'accusa dimostrano i reati commessi dagli indagati. Un danno per la collettività stimato in 5 milioni di euro, di cui si interesserà in futuro la Procura dei Corti dei Conti. Il nodo nell'inchiesta è aver teorizzato l'indebito ottenimento di fondi pubblici, per le aziende che eseguivano i lavori, poiché il passivo di Acqualatina dovuto ai compensi elevati e ingiustificati veniva ripianato con i soldi di Comuni e Provincia.

Intanto, il caso Acqualatina è scoppiato ieri in Senato: Clemente Mastella ha attaccato Di Pietro perché Paride Martella è il leader locale del partito dell'ex magistrato. Da parte sua il ministro Di Pietro ha risposto che la differenza tra Mastella e loro è che "appena saputo dell'arresto di Martella lo abbiamo sospeso dal partito". Insomma, il caso Acqualatina contribuisce allo scontro per la crisi di Governo. (Remigio Russo)

La Provincia, Quotidiano, 25.01.2008