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RASSEGNA STAMPA
n. 1218
del 30/01/2008
VENEZIA-PADOVA, RIDOTTI GLI STIPENDI
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Bocciato: l’ad Lino Brentan non diventerà direttore generale

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VENEZIA. Dieci minuti e, ovviamente, nessun contrasto, assicura il presidente Vittorio Casarin. «L’accordo c’è e la legge Lanzillotta è stata rispettata». Non di più è durato il consiglio di amministrazione dell’autostrada Venezia-Padova che ha stabilito governance e stipendi del suo vertice, procedendo, almeno per ora, ad una tosatura ufficiale delle aspirazioni e dei compensi di Lino Brentan.

Brentan infatti resta amministratore delegato, e non sarà direttore generale come una delibera aveva ventilato, ma come lui continua a negare di aver mai voluto essere in futuro, per dare stabilità al suo posto di dirigente. Il compenso per la sua carica sarà quello stabilito nella legge di Linda Lanzillotta e cioè lo stipendio del presidente della provincia con la partecipazione più alta al capitale della società. E’, in questo caso, quella di Venezia che ha circa il 7% del capitale della Venezia-Padova. Facendo i conti sui compensi di Davide Zoggia, Brentan arriva a sfiorare i 90 mila euro, meno della metà di quello che percepiva in passato (200 mila tra indennità e bonus), cui si sommavano i compensi da consigliere. In cambio, però, con una delibera approvata alla vigilia di Natale, con la polemica assenza del consigliere Boris Sartori e del vicepresidente Giovanni Cervesi, nominato da Autovie, si sono redistribuiti quei 260 mila euro di bonus, spalmandoli su presidente, amministratori delegati e consiglieri i cui compensi erano stati bloccati dalla Finanziaria 2007.

Così Casarin ha avuto i 58 mila di compenso, l’indennità che percepiva e che la legge finanziaria aveva bloccato nei primi mesi del 2007, Brentan 150 mila, a Giustina Destro e ANTONINO PIPITONE, entrambi consiglieri comunali a Padova, sono andati rispettivamente 18 e 13 mila euro con la motivazione di studi o incarichi di lavoro eseguiti nel 2007 per conto della Venezia-Padova.

Nella sostanza la riunione del consiglio di amministrazione di ieri ha respinto la delibera, comparsa all’improvviso alla fine delle ferie, che aveva prospettato l’ipotesi che Brentan fosse assunto dalla Brescia- Padova come direttore generale. Lui ha sempre negato che questa fosse la sua intenzione, ma nei giorni scrosi dentro al consiglio si era discusso polemicamente di questa eventualità, stigmatizzando il fatto che si assumesse un dirigente alla vigilia della «scomparsa» della società e all’ indomani di un accordo oneroso con l’ex direttore generale, raggiunto proprio nella convenzione che non ci fosse bisogno di un doppio incarico al vertice.

Fatto sta che quella delibera è stata respinta e Brentan resta amministratore delegato mentre le deleghe dell’ex direttore generale, Loris Manente, andato in pensione, verranno distribuite per competenza sulla direzione tecnica, quella del personale e in parte sull’amministratore delegato stesso.

Per l’incarico Bretan dovrebbe dunque percepire un compenso assai più modesto che in passato, quando lo stipendio più il premio hanno fatto toccare ai suoi compensi 200 milioni di euro all’anno cui si sommavano le indennità di consigliere, oggi cancellate dalla legge. Casarin, che si dice soddisfatto dell’accordo, non esclude però che, come avvenuto l’anno scorso, a fine anno ci possano essere dei premi da distribuire: «Nessuno lavora gratis e resta affidato ai soci la possibilità di riconoscere il lavoro svolto dagli amministratori. Comunque, come avevamo promesso, abbiamo rispettato la legge Lanzillotta». (a.c.)

Il Mattino di Padova, 12.01.2008