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RASSEGNA STAMPA
n. 1236
del 16/03/2008
«NON CI SONO ANOMALIE, IL BILANCIO CONTESTATO È STATO SIGLATO DA TUTTI»
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La tesoriera del partito difende l’ex magistrato: «Insinuazioni deliranti»

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Onorevole Silvana Mura, Di Domenico dice che il 31 marzo 2003 non era a Busto Arsizio a firmare il verbale per l’approvazione del bilancio dell’Italia dei Valori. Dice di non aver mai messo piede in quella città.

«C’era, invece, e ha firmato».

Ma lui dice che non c’era e che la firma va considerata non valida.

«Non è vero, e per verificare basta guardare gli atti».

Sempre Di Domenico afferma che la fotocopia con la sua firma è senza data. Cosa un po’ strana.

«Ma cosa state dicendo, non è così. E poi, se lui non c’era, come ha fatto a firmare?».

Appunto, lui dice che la firma non è autentica. Scusi, ma se Di Domenico mente perché non è stato denunciato per calunnia?

«E chi ve lo dice che non abbiamo già fatto i passi opportuni?».

L’avete denunciato?

«Non sto dicendo proprio niente. Ora vi debbo salutare perché sto lavorando. Arrivederci».

(Dopo dieci minuti, l’onorevole Mura ci richiama).

Dica onorevole.

«Volevo dire che Di Domenico non ha mai disconosciuto la sua firma».

Beh, nell’intervista rilasciata pochi giorni fa a Radio Radicale le sue parole appaiono chiare. Dice chiaramente che a Busto Arsizio non c’era e che di conseguenza la firma è falsa, ragion per cui si configurerebbe il reato di falso ideologico.

«Guardi, l’intervista l’ho sentita anch’io e non parla di firme false. Non può dire che è falsa perché è vera. Comunque io sono serena, ho già vinto non so quante sentenze. Non ne vengo a parlare certamente a Il Giornale. Anche perché quello che avete scritto non è vero, quel verbale del 31 marzo 2003 non c’entra nulla coi rimborsi elettorali, visto che i verbali di assemblea interni non c’entrano niente con la procedura dei rimborsi elettorali».

Allora cosa certificava il verbale?

«Certificava il bilancio con la chiusura al 31 dicembre».

Quindi era un atto propedeutico ai rimborsi elettorali sui quali sta indagando la Procura di Roma?

«No, per i rimborsi elettorali contano le spese elettorali. E comunque la Camera, quando c’era un altro schieramento politico, aveva già respinto la richiesta avanzata da Di Domenico. Ora la ripropone».

Quanto ha detto Di Domenico è tutto campato in aria? Nessuna firma falsa, niente di niente?

«Non ho detto che è tutto campato in aria, dico che Di Domenico non ha disconosciuto la firma. Anche perché sarebbe veramente grave in quanto la firma l’ha messa lui e lui lo sa bene. Se la disconoscesse, in caso di giudizio, verrebbe smentito».

Di Domenico parla di falso ideologico, propedeutico alla truffa ai danni dello Stato.

«Senta, se Di Domenico delira io che ci posso fare?». (LRo)

Il Giornale, 5.03.2008