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EDITORIALI E COMUNICATI
n. 1262
del 11/03/2004
INFORMAZIONE E GIUSTIZIA: QUALE DEMOCRAZIA?
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Nel prossimo futuro, informazione, libertà, sicurezza e giustizia saranno aree particolarmente critiche, visti gli ostacoli che vengono frapposti nel nostro Paese anche ad una reale cooperazione operativa fra forze di polizia a livello europeo: e necessario un vero e proprio “sistema” per sconfiggere mafie e organizzazioni malavitose.

La legge italiana che abolisce di fatto le rogatorie internazionali sembra fatta apposta per impedire ai potenti del Palazzo di essere interrogati su questioni per loro imbarazzanti, come la discutibile frequentazione di paradisi fiscali, la vera e propria esportazione illecita di capitali, la partecipazione a comode società off-shore. Gli scandali finanziari e di bilancio emersi in questi ultimi mesi, ne sono una grave testimonianza.

Ricordiamo che il mandato di cattura europeo non è stato ancora approvato nel nostro paese. Dopo un percorso quasi cinquantennale, il tentativo di sveltire le procedure di estradizione è ancora lontano dall'ottenere risultati concreti.

Una lettura più attenta del problema della giustizia ha bisogno poi di un'osservazione preliminare, che riguarda l'indipendenza della Magistratura.

In Italia, oggi, si vuole tornare alla cultura giuridica e politica del Medio Evo, per sempre superata nel mondo occidentale dall'abolizione di immunità e privilegi, sancita nell'agosto 1789 dagli Stati Generali francesi. La divisione dei poteri nello Stato moderno viene messa oggi in discussione prima da leggi ordinarie ad personam, poi da leggi costituzionali che si cerca di far passare per ordinarie e quindi non legate a maggioranze qualificate o a riletture. In mezzo, il tentativo destabilizzante di asservire la Magistratura al potere esecutivo, che vediamo quotidianamente messo in atto dal governo italiano, con sistemi indegni di uno Stato civile.

La censura in RAI assume ormai le forme e i significati più vari; ne è riprova quanto accade al TG1, caso da manuale delle degenerazioni del servizio pubblico informativo e del suo asservimento alla politica. Ne è riprova da ultimo l’esclusione da trasmissioni a contenuto politico di esponenti politici sgraditi all’attuale presidente del consiglio, come nel caso dell’on. Giulietti, primo firmatario della legge contro le televendite, dalla trasmissione UNO Mattina che aveva ad oggetto questo argomento. Tutto ciò nei contesti dell’assenza più assoluta di qualsiasi tutela delle professionalità, che determina per definizione il disfacersi progressivo e generalizzato del servizio pubblico.

Da tutto ciò emerge una sola cosa, ed è una constatatazione amara: l’inerzia e la sostanziale inadeguatezza dei Presidenti delle Camere a svolgere il proprio ruolo di garanzia; una riforma urgente per riportare fuori del controllo anche se indiretto della politica il servizio pubblico informativo è quanto di più necessario.

La proposta di riforma del sistema radiotelevisivo proposta dal Governo, assume connotati paradossali ed estremisti. Paradossali perché è il nuovo concetto stesso di Sic ad essere del tutto illegale in radice, né si vede di quali riduzioni si possa parlare, dato che è difficilmente misurabile in astratto l’entità complessiva del sistema integrato di comunicazioni.

Il Sic è illegale in radice perché costituisce una logica esattamente opposta a quella che dovrebbe essere e cioè di norme tendenti a separare nettamente la gestione dei media televisivi dalla stampa e in definitiva a garantire l’ingresso sul mercato di una pluralità di soggetti che invece le attuali norme consapevolmente intendono escludere. Estremista è la proposta di centrodestra perché si pone contro i principi della costituzione ed elude inammissibilmente i principi contenuti nel rinvio alle camere del Presidente della Repubblica Ciampi.

La democrazia non è un bene esportabile ma è un valore che si vive, e quanti più la vivono insieme, più la rendono più forte. Per superare un momento difficile è quindi necessario che tutte le componenti democratiche, i cittadini, la società civile, esercitino un'attenta vigilanza su quello che oggi succede da noi e che può rappresentare un esempio negativo.

Questo sì, facilmente esportabile ed è quello su cui andremo a riflettere venerdì sera, 12 marzo 2004, a Padova, ore 20.30, al cinema Astra.

Armando Della Bella - Coordinatore di Cittadini Attivi