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RASSEGNA STAMPA
n. 1443
del 04/11/2009 DI PIETRO, LA BASE IN RIVOLTA SENZA DEMOCRAZIA
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La rabbia degli autoconvocati dell' Italia dei Valori esplode ieri a Bologna tra gli ottanta riuniti in assemblea al grido di «noi ci azzekkiamo», in un documento che pone cinque domande ad Antonio Di Pietro (nella foto). Per chiedere congressi e primarie, contro una gestione dell' Idv «basata forse non sugli affari, ma sulla famiglia e sugli amici». In rivolta i "peones" delle liste elettorali, che hanno raccolto voti nelle province e oggi si sentono dimenticati. Sospesi, commissariati, espulsi o accantonati in favore di «politici riciclati passati all' Idv all' ultimo momento». «Chi oggi fa l' assessore ha preso cinque preferenze - raccontano - mentre noi ci siamo visti restituire la tessera». Convocati via Facebook, sono arrivati da Firenze e da Varese, da Formia e da Parma, da Ravenna e da Forlì. In attesa di altre adesioni, da Luigi De Magistrisa Sonia Alfano, sfogano la loro delusione. «Ho preso 1.043 voti per la Provincia di Bologna, adesso non possiamo più parlare neanche su Facebook», si lamenta Sara Coccolini, 27 anni. «Nel mio Comune ho preso il 10% dei voti - racconta Dario Bertaccini - ma zero incarichi». «Il partito è in mano ai proconsoli» attacca Domenico Morace, ex coordinatore bolognese. «Nella provincia di Varese abbiamo un solo consigliere - dice Alessandra Piva - roba da dimissioni del coordinatore. Volevo manifestaree mi hanno sospesa». «Perché non c' è una lista degli incarichi - chiede Luca Vignoli di Ravenna -, dove vanno a finire i soldi?» «Perché Di Pietro non risponde in assemblea?» incalza Viviana Porcellini da Parma. «I «riciclati» vengono anche da Pdl e Udc - dice Giuseppe Vatinno, responsabile ambiente dell' Idv - ma il partito può ancora essere riformato dall' interno». (Eleonora Capelli) La Repubblica, 2.11.2009 |