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EDITORIALI E COMUNICATI
n. 1471
del 16/04/2012
«VADA A BORDO! E’ UN ORDINE!»
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«Vada a bordo! E’ un ordine... Cosa vuole fare? Vuole andare a casa? Guardi Schettino che lei forse si è salvato dal mare, ma io le porto veramente male. Io le faccio passare dei guai... Vada a bordo! Ora!». Con queste parole il capitano Gregorio De Falco ha apostrofato il Comandante della nave “Costa Concordia”, reo di averla abbandonata dopo il naufragio di fronte all’Isola del Giglio con circa 300 passeggeri ancora a bordo. La celebrazione di un eroe, un idolo eretto a salvatore dell’immagine della Patria, un’icona in un Paese, l’Italia, che ora soffre una crisi d’identità perche da tempo ha smarrito la sua immagine, la sua personalità, la sua dignità.

Ma il “capitano buono” si affretta subito a chiarire: «Non sono un eroe, non prendetemi in giro... Ho cercato di fare il mio dovere, come era giusto. Potevamo salvare tutti i passeggeri della Concordia». Ha ragione. Un Paese non può ricrearsi una verginità santificando il primo capitano che si comporta come si deve. «Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi», così recitava Bertolt Brecht. Ma l’italiano vero, il “cittadino attivo” non è lo Schettino Laqualunque di turno, checché si affrettino a bollarci così i media e la stampa internazionale. No, si sbagliano. Il cittadino “attivo” è quello che tutte le mattine, quando si sveglia per andare a lavorare, si pone mille domande e spesso non capisce il perché delle cose.

Il vero “CITTADINO ATTIVO” è colui che non capisce perché a pagare le tasse siano sempre e solo i soliti “noti” pensionati e dipendenti piuttosto che tutti coloro che potrebbero, abbassando così per tutti il carico fiscale, è colui che si chiede perché lo Stato pretenda sempre di più da chi paga di più e non invece da chi ha di più, è il cittadino che si domanda perché sia costretto a pagare un’aliquota fiscale media del 35% se mantiene la ricchezza all’interno del suo Paese, ed il 5% se invece la esporta illegalmente all’estero.

E’ il cittadino che si chiede come mai un giorno gli introiti degli esercizi commerciali possano aumentare del 300% o la mancata emissione di scontrino fiscale scendere del 50% solo perché c’è la Guardia di Finanza in giro, è l’anziano ammalato che si chiede perché quando si reca presso un ambulatorio pubblico per una visita di controllo, il “numerello” gli dice che in coda prima di lui ce ne sono altri 130, è il cliente del medico dentista che si sente “scontare” l’importo della prestazione di oltre il 20% se non chiede la ricevuta, è il pubblico elettore che si chiede perché, grazie ad un emendamento bipartisan al decreto legge mille proroghe, si consenta ai partiti di imbrattare ancora le città con i loro manifesti abusivi pagando semplicemente mille euro di multa mentre alcuni piccoli imprenditori sono costretti al suicidio perché non riescono a pagare le cartelle esattoriali ad Equitalia e gli stipendi ai propri dipendenti.

E’ l’invalido che si chiede perché le risorse debbano essere condivise con chi, pur cieco, guida l’automobile, è il malato che si sente rispondere che con 150 euro può abbreviare i tempi della visita prevista tra sei mesi, è il barista onesto che non dorme la notte per far quadrare i conti e dare il miglior caffè mentre il collega del bar di fronte gira in Suv e dorme sonni tranquilli, è colui che si chiede perché chi non paga le tasse deve anche usufruire dei servizi sociali e per di più anche gratis, è quello che non capisce perché in un mondo ormai così dominato dalla tecnologia, sia così faticoso incrociare quattro dati e scoprire gli evasori fiscali, è il cameriere che spera di poter “arrotondare” con le mance e si chiede perché ai parlamentari è nuovamente concessa la “legge mancia” cioè la donazione di 150 milioni di euro per “gratificare” i loro collegi elettorali, è colui che si chiede perché se, come si dice, l’onestà paga, a vivere meglio sia sempre quello che onesto non è

Armando Della Bella - copyright © febbraio 2012

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Armando Della Bella, giornalista iscritto all'Ordine