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EDITORIALI E COMUNICATI
n. 1477
del 10/05/2009 SOLO AI NOSTRI FIGLI E’ DELEGATA LA RISPOSTA…
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295. Tanti sono i morti provocati dal terribile sisma che ha devastato l’Abruzzo e che si aggiungono agli oltre 1.600 feriti. Ma quanti di questi morti sono riconducibili alla forza della natura piuttosto che, invece, alla mala gestione di una classe politica che ormai, da tempo, dimostra tutti i suoi limiti etici e morali? Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano così si esprime sul terremoto d’Abruzzo: a rendere così tragico il bilancio, in termini di vite umane "hanno contribuito anche comportamenti come lo sprezzo delle regole e il disprezzo dell'interesse generale e dell'interesse dei cittadini". E’ sconvolgente lo scoprire come lo stato italiano, dal ’45 al ’90, causa l’inefficiente prevenzione, abbia speso oltre 75 miliardi di euro – circa 140 milioni di euro al giorno – il costo di 12 ponti sullo stretto di Messina, solo per tamponare i danni. Ha ragione il Presidente: non ci sono scuse! Non era ancora trascorso un anno da quando l’Abruzzo veniva politicamente e moralmente sconvolto dalla scandalo che aveva decapitato la giunta regionale accusata di associazione per delinquere, corruzione e concussione per gestione privata nella sanità - queste le accuse che avevano portato la Guardia di Finanza ad arrestare il presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, unitamente ad altri – che ora un’altra grave ferita colpisce la dignità dei suoi abitanti. Un anno, questo, per l’Abruzzo da dimenticare. Solo 21 anni dopo il terremoto in Irpinia, 9 dopo l'alluvione in Valtellina, 3 dopo la frana di Sarno, nel 2001, si disponeva l’emanazione di specifiche norme tecniche relative alle costruzioni in zone sismiche che arrivarono solo nel 2003 e la cui applicazione fu rinviata più volte fino al 2005, quando furono approvate le Ntc “Norme tecniche per le costruzioni” la cui entrata in vigore è stata, di anno in anno, puntualmente prorogata. L’ultimo rinvio risale al 27 febbraio scorso (!), col solito decreto «milleproroghe» (nome quanto mai azzeccato), lo stesso usato da Prodi nel 2007, con il quale si posticipava l'entrata in vigore delle Ntc dal 30.6.09 al 30.6.10. Siamo il Paese del “tanto fumo (negli occhi del cittadino) e poco arrosto”, degli annunci, sotto la spinta emotiva del popolo, e delle successive proroghe, sotto la spinta delle lobby di potere. Nel frattempo non si contano più le vittime innocenti, soprattutto i bambini, e a San Giuliano di Puglia, il 31.10.02 crollava la scuola elementare uccidendo 27 scolari ed una maestra. “Dulcis in fundo”: anche la prima versione del recente “Piano casa”, proposto dal governo, allentava le vigenti normative antisismiche. Sconvolge il livello di immoralità che ha raggiunto oggi la nostra società: si passa dall’utilizzare la più economica sabbia del mare per tagliare il materiale edile – corrodendo così i tondini di ferro e provocando il crollo di interi palazzi– al vantarsi, sul Tg1, nell’edizione del 7.4.09, degli ottimi dati auditel raggiunti con la diretta dai luoghi della tragedia, dal costruire, in 37 anni, l’ospedale “San Salvatore” dell’Aquila che costerà 9 volte più del necessario ed il cui cemento oggi si è sgretolato come la creta, alla recente “Casa dello Studente”, trasformatasi in pietra tombale per 8 ragazzi e nei cui pilastri mancava la “staffatura”, dalla denuncia per procurato allarme inflitta al ricercatore Giampaolo Giuliani reo di aver urlato ai quattro venti la sua convinzione, alla variazione attuata dalla Regione Abruzzo, nel 1983, quando abbassò il rating sismico dell’Aquila – da rosso ad arancione - che tale è rimasto fino ad oggi. Un terribile dubbio allora a questo punto mi assale: ma, visti gli esempi ed assodato che il nostro è un Paese ad altro rischio sismico e provato che la nostra classe politica non è in grado di tutelare a fondo la vita dei suoi concittadini anche di fronte a queste catastrofi naturali, chi ci garantirà, in un prossimo futuro, la sicurezza di fronte ai possibili pericoli correlati alla recente svolta al nucleare? Solo ai nostri figli è delegata la risposta... Armando Della Bella, giornalista iscritto all'Ordine |