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RASSEGNA STAMPA
n. 2092
del 20/03/2007
LE AUTOSTRADE DEL MARE UNA RICCHEZZA DEL PAESE
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Da diversi anni chi scrive ha portato a conoscenza degli addetti ai lavori l’opportunità di accordi con i ministeri competenti, di realizzare quelle che il ministro Di Pietro ha definito le autostrade del mare. Di che cosa si tratta?

Premessa: è sufficiente sottoporre alla nostra attenzione la carta geografica d’insieme della nostra penisola, stretta e lunga, limitata da due mari che penetrano nel cuore dell’Europa, per rendersi conto che questi due mari possono rappresentare una vera ricchezza per il nostro paese. Per la uniforme continuità della dorsale appenninica, i due contrafforti giungono per lunghi tratti del suo percorso sino al mare, sussistono limitate possibilità tecniche di portare a termine la costruzione di nuove autostrade sia per gli alti costi nella realizzazione sia per i lunghi tempi necessari alla esecuzione delle opere.

Per risolvere i gravi problemi connessi ai trasporti nord-sud e viceversa di uomini e mezzi sempre in costante aumento, necessitano situazioni alternative.

La sola adottabile per risolvere nel più breve tempo questo problema, non più rinviabile, ottenendo risultati immediati, è quello di costituire due linee di navigazione le cui navi, costeggiando ambi i lati della penisola, tocchino giornalmente i porti ubicati nelle immediate vicinanze di strade ad alto scorrimento, consentendo così un rapido scambio di merci e passeggeri. Naturalmente dovranno entrare in servizio navi traghetto per il trasporto anche dei tir, che in pari tempo siano adibite anche per ospitare i turisti. Quindi navi capaci e confortevoli, con momenti di svago per le persone in vacanza. Le due linee marittime dovrebbero avere origine a nord dai porti di Trieste e La Spezia per giungere a fine viaggio al porto di Catania.

Se si realizzeranno le linee navali ne ricaveranno un notevole vantaggio le strutture alberghiere di tutto il centro-sud, che, adeguate per accogliere una maggior presenza di turisti durante tutto l’anno, rappresenteranno il volano per creare nuovi posti di lavoro per la popolazione giovanile. E’ da tener presente che i turisti disponendo di un automezzo al seguito darebbero senz’altro la preferenza alle nostre coste del sud rispetto a quelle degli altri paesi che si affacciano sul Mediterraneo, potendosi spostare agevolmente senza ulteriori maggiori spese visitando le città d’arte dell’interno ed i numerosi siti archeologici. Anche le popolazioni dell’interno risentirebbero favorevolmente della presenza di turisti.

A conferma della validità di questa soluzione dovrebbe bastare quanto è stato adottato dalla lontana Norvegia sin dagli inizi del ’900. Quel paese, per le gravi difficiltà che si frapponevano durante la stagione invernale al collegamento dei siti costieri, ha istituto un servizio marittimo con origine dal porto di Bergen (sud) raggiungendo Capo Nord e successivamente, visti gli ottimi risultati conseguiti, la località di Kirkenes alla frontiera con la Russia. Attualmente, una flotta costituita da 14 navi, adatte alla navigazione in mare aperto e per fondali bassi, garantisce giornalmente il carico e scarico di merci e passeggeri. Durante tutto l’anno i turisti usufruiscono di queste navi che consentono di visitare luoghi incontaminati e di godere di paesaggi incantevoli senza sottoporsi a faticose trasferte via terra. L’intero viaggio di andata e ritorno viene compiuto puntualmente in 11 giorni percorrendo 1250 miglia marittime.

Considerazione: se i norvegesi gestiscono con successo questo servizio da 100 anni, perché i nostri governi non hanno ritenuto indispensabile, oltre che proficuo, analogo intervento certi del successo dell’operazione?

Elio Andreutto, Cittadini Attivi per la Democrazia e la Giustizia - Padova

Il Mattino di Padova, 20.03.2007