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RASSEGNA STAMPA
n. 2095
del 12/08/2005
QUATTRO PASSI A PIEDI FANNO BENE ALLA SALUTE
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Convengo con l’amministrazione Zanonato che i ciclisti, come tutti gli utenti della strada, debbano rispettare le norme stabilite dal codice della strada: quindi divieto assoluto di percorrere le vie contromano e tantomeno considerare i portici strade coperte quando piove.

Però c’è un «però» e questa forma dubitativa non vuole essere una giustificazione sul comportamento di molti ciclisti, ma un richiamo rivolto all’amministrazione perché è compito dell’istituzione che le vie presentino le garanzie per la sicurezza nel transito anche dei ciclisti soprattutto quando si verificano condizioni atmosferiche avverse, in particolare durante la stagione invernale.

Quali sono gli inconvenienti più frequenti?

Prima di tutto nel centro storico molte vie sono talmente strette che lo spazio a disposizione dei ciclisti, anche se trattasi di vie a senso unico, è talmente limitato che molto spesso nell’essere sorpassati da grosse auto o peggio da furgoni debbono dar prova di sangue freddo e di perfetto equilibrio per non finire sotto le ruote del mezzo. Due esempi fra i molti? L’inizio di riviera Paleocapa nel tratto d’innesto con via Euganea. Oppure la strettoia con stop (molto spesso volutamente ignorato dai mezzi meccanizzati) all’incrocio della stessa Riviera con l’accesso al ponte S. Agostino - via S. Tomaso.

Cito solo questi due punti perché abito in zona. Che fare? Rendere a traffico limitato ambedue le riviere. Il Comune darà il buon esempio abolendo il mezzo belvedere che raramente trasporta qualche turista. Sono quasi certo che da più parti si obbietterà che non è possibile pedonalizzare le riviere perché ci sono scuole, asili e l’albergo Methis.

Si istituisca, se è proprio il caso, il doppio senso di marcia su via Riello e poi quattro passi a piedi fanno bene alla salute dei bambini e degli adulti che gli accompagnano a scuola.

Un discorso a parte deve essere riservato alle strade il cui fondo è costituito da ciottolo di fiume. Nei casi di rifacimenti totali o nei lavori di rapezzatura molto spesso è stato trascurato un principio molto importante che è quello delle pendenze verso i pozzetti di scarico. Bisogna inoltre tener presente che sotto il ciottolo insiste un modesto letto di sabbia, dopo qualche tempo dall’esecuzione delle opere i mezzi pesanti (una volta ovviamente questo non si verificava), soprattutto quelli che trasportano materiali per costruzioni o terra proveniente da scavi, provocano avvallamenti che, poi, alla prima pioggia si trasformano in pozzanghere di varie dimensioni, che vengono successivamente svuotate dalle auto i cui conducenti noncuranti dei ciclisti e dei pedoni inondano dalla testa ai piedi.

Questo è uno dei motivi per cui soprattutto d’inverno i ciclisti transitano sotto i portici. I pedoni in tal caso si rifugiano dietro i pilastri attendendo che la colonna di auto si esaurisca prima di proseguire.

Ultima considerazione. Da molti anni è invalsa la pessima consuetudine di consentire lo scarico dei pluviali dei fabbricati, aventi fronte su strada, direttamente sul piano di calpestio. Naturalmente con questa «licenza» si mette maggiormente in crisi il deflusso delle acque provenienti dalla sola sede stradale. A chi di dovere trovare le soluzioni del caso.

Elio Andreutto Padova

Il Mattino di Padova, 12.08.2005