Home Per conoscermi News Editoriali e Comunicati Incontri ed eventi Rassegna Stampa Archivio Foto e Video
Home page
» Home
Vi segnalo
» MORALE, COERENZA ed ETICA fanno rima con POLITICA?
Presentazione
» Per conoscermi » Miei riferimenti
News
» Editoriali e comunicati » Rassegna stampa » Notizie dal territorio » Incontri ed eventi » Calendario
Incontri ed Eventi
Da vedere
» Archivio foto » Archivio video
Contattami
» Scrivimi in e-mail » Iscriviti alla newsletter
Visita anche
» Cittadini Attivi » Marco Bovo » Davide Gobbo » Marco Coradin » Presidenza della Repubblica » Senato della Repubblica » Camera della Repubblica » Comune di Padova » Provincia di Padova » Regione Veneto » Rassegna stampa del Senato
Ricerca
» Archivio articoli
editoriale
incontri-eventi
rassegna stampa
archivio foto
archivio video
» Ricerca avanzata
RASSEGNA STAMPA
n. 2284
del 23/10/2007
ONOREVOLI SPORTELLI - I CONTI DEI DEPUTATI TORNANO ANCHE IN BANCA
indietro »

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

Interesse oltre il 4%, boniflci a costo zero, valuta immediata senza giorni d’attesa: ai parlamentari privilegi anche sui depositi creditizi

_______________________________________________________________________

Le banche gestiscono potere e, da quanto si capisce con il potere politico hanno una autentica corrispondenza di amorosi sensi. La Casta, a quanto pare, non rinuncia a nessun privilegio. Neppure il più modesto. Le banche, dal canto loro, sono ben liete di mettere a disposizione i loro servizi. Come neanche nei romanzi di Wodehouse resi immortali dalle imprese del maggiordomo Jeeves. Fra gente di mondo, però, usa in questo modo. L’ultima scoperta viene fuori gettando un occhio curioso presso la filiale del Banco di Napoli che c’è a Montecitono. Qualche novità interessante emerge sempre. A cominciare proprio dal nome visto che ormai il glorioso Banco di Napoli è un marchio quasi scomparso. L’istituto è stato acquistato, al termine di un controverso salvataggio, dal SanpaoloImi. Una seconda fusione ha portato tutto il gruppo in grembo a Banca Intesa che ornai utilizza il marchio Banco di Napoli solo in via residuale. E' rimasto in Campania, Puglia, Calabria e Basilicata. Nel resto d’Italia le insegne sono state smontate. Soprattutto non ci sono più a Roma.

CAMERA CON CONTO

Intesa ha conservato solo quella di Montecitorio. Forse in memoria di Fèrdinando Ventrigha, l’ultimo vicerè di Napoli che, da presidente del Banco non si era mai mostrato avaro nei confronti dei partiti e di tutte le loro articolazioni. Con i parlamentari la vecchia banca partenopea è sempre stata generosa. Allora, quando c’era don Fefè, casi come oggi. Evidentemente certe tradizioni sono difficili da cambiare. Risulta così che i deputati e tutto il personale di Montecitonio godono presso lo sportello interno del Banco di Napoli di condizioni di particolare favore. Qualcuno potrebbe parlare di un autentico privilegio. A cominciare, per esempio, dal fatto che sulla giacenza viene riconosciuto un tasso d’interesse del 4,09%. Un bel vantaggio rispetto a qualunque altro italiano che, quando va bene, porta a casa il 2%. Ma più comunemente si deve accontentare di uno zero virgola qualcosa. «Francamente non si capiscono le ragioni di questa differenza fra i dienti normnali e i parlamentari" dice Rosario Trefilettì, responsabile di Federconsumatori. In effetti non c’è nessuna ragione che possa giustificare una disparità tanto palese. Perché è vero che il 4,09% rappresenta un rendimento lordo su cui, poi, bisogna applicare la tassa del 27%. Pur con questa correzione il conto corrente offerto dal Banco di Napoli a Montecitorio rappresenta un record. Un deposito a vista che rende tanto quanto un Bot. Un sogno per milioni di risparmiatori italiani. Certo non c’è da leccarsi i baffi perché i tempi in cui i Bot rendevano il 20% sono passati per sempre (per curiosità: in quegli anni che condizioni offriva ai pallamentarl il conto corrente del Banco di Napoli?). Resta il fatto che qualche ragione di compiacimento permane. Un comune cliente, per ottenere rendimenti paragonabili deve bloccare le sue disponibilità per parecchi mesi senza avere la possibilità di muovere un centesimo. Per quale ragione gli inquilini delPalazzo, dipendenti compresi, devono godere di questo vantaggio?

QUESTIONE DI TASSI

Su cifre consistenti comincia a diventare un bel gruzzoletto. Soprattutto considerando che si tratta di tasso indicizzato. Vuoi dire che si muove automaticamente in alto e in basso al variare del costo del denaro. Anche qui: perché? I comuni mortali per ottenere un centesimo in più dalla propria banca devono stare ore a discutere con il direttore pregandolo e strapregandolo. Le banche, infatti, sono velocissinie a tàgliare le condizioni quando i tassi d’interesse scendono. Ma quando salgono flguriamoci. ll braccino diventa cortissimo a meno che il cliente non si faccia sentire. In ogni caso porta a casa sempre meno di quello che chiede e, forse, sarebbe anche giusto ottenesse. Tutto questo nella filiale dei Banco di Napoli di Montecitorio non accade. L’adeguamento è totale e immediato, senza che l’onorevole debba scomodarsi Essendo impegnato a lavorare per il bene della nazione non ha tempo da perdere con queste cose. Tanto più che sarebbe davvero poco elegante distrarlo dai compiti istituzionali a servizio del Paese per chiedergli di occuparsi del patrimonio personale.

Così il Banco di Napoli si muove in automatico senza dover disturbare l’onorevole. E' tutto scritto nel contratto: i comuni mortali quando versano un assegno devono aspettare due giorni perla valuta? il deputato neanche un istante: il conteggio degli interessi a suo favore comincia immediatamente dopo che il titolo è finito nel cassetto dello sportellista. E la disponibilità dei fondi? Fra sette e otto giorni lavorativi per tutti. Sei per l’onorevole. E le spese? Scherziamo. Per l’onotevole è tutto gratuito. Il conto è senza spese. Offre il Banco di Napoli. Per carità: non è così che il deputato, eventualmente, diventa ricco.

L’Antitrust ha stabilito che, in Italia il costo di un conto corrente ha un costo medio di 182 euro che, in qualche caso può salire fino a276 e oltre. L’onorevole, quindi, al massimo risparmierà questa cifra. Certo pochi spiccioli: ma perché? (Nino Sunseri)

Libero, 27.09.2007