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RASSEGNA STAMPA
n. 2289
del 12/11/2007
FORLEO: HO SUBITO INTIMIDAZIONI DA MAGISTRATI E FORZE DELL' ORDINE
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Ieri sera nuova trasmissione di «Annozero» di Michele Santoro con il pm de Magistris e il gip Forleo in studio - Ricostruite in trasmissione telefonate e incontri tra l' imprenditore Saladino, il premier e il ministro della Giustizia - Il gip di Milano in diretta tv: «Chi tocca i fili muore... Ho denunciato tutto»

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ROMA - «Caro ministro Mastella anche lei ha ricevuto un proiettile. La solidarietà mia e di chi lavora con me è totale». Michele Santoro apre la nuova puntata di Annozero dedicata al caso de Magistris rivolgendosi direttamente al ministro della Giustizia, in quel momento al Senato.

Ma la scena questa sera non la conquista né lui né lo stesso Luigi de Magistris, il pm in collegamento da Catanzaro. Il momento clou arriva con Clementina Forleo, il gip milanese che indaga sulla scalata Antonveneta-Bnl. «Sono stata vittima - racconta - di tentativi di delegittimazione e discredito da parte di soggetti istituzionali, che non appartengono al mio ufficio, e anche da appartenenti alle forze dell' ordine. Ho pure avuto la fortuna di scoprire chi manovrava queste persone, ho fatto regolare denuncia ma di più non posso dire». Niente nomi anche se il gip racconta di aver passato tutta la giornata precedente «dai carabinieri a denunciare questi tentativi».

I colleghi non del suo ufficio a cui si riferisce sarebbero quelli di Brindisi e di Brescia. A suo giudizio non indagherebbero a pieno sui retroscena che, a proposito dei tentativi di delegittimazione di cui parla, potrebbero avere due episodi: la morte dei genitori in un incidente stradale per quanto riguarda la procura di Brindisi, e la denuncia per diffamazione presentata contro di lei a Brescia dai due poliziotti che avevano fermato su un autobus un immigrato senza biglietto, persona che lei aveva difeso. Di questo la Forleo non parla in trasmissione. Dà però la sua interpretazione: «In questo momento il giudice che denuda il re è sotto attacco. Chi tocca i poteri forti, chi tocca i fili, come quelli della corrente, muore. Per questo dicono che i giudici forti è meglio per tutti che stiano a casa, che stiano zitti, che siano sobri, che scrivano sentenze».

Parole che mettono in ombra tutto quello che è avvenuto prima e dopo in trasmissione. Come al solito Santoro aveva dato il la prima della sigla: «Non ritengo di aver diritto di pensare che lei o Prodi siate colpevoli fino a prova contraria ma come cittadino penso che ci siano indagini che si devono concludere secondo le regole. Non è un duello tra ministro e magistrato, ma si pone il problema dell' uguaglianza davanti alla legge».

Primo servizio, poi sugli schermi di Raidue appare de Magistris, in collegamento dal suo studio nonostante quelli che definisce «inviti pressanti» a non partecipare. Anche lui parla del proiettile a Mastella, «di cui non sono nemico», e ci legge la «dimostrazione che una o più persone mestano nel torbido». Definisce «illegittima» l' avocazione dell' indagine Why Not di cui era titolare e che vede Mastella e Prodi iscritti nel registro degli indagati. Accusa l' associazione nazionale magistrati di «non aver detto granché» dopo quella decisione. E parla del «vuoto che stanno facendo attorno all' inchiesta» perché «quasi tutte le persone che vi collaborano hanno subito intimidazioni pressioni e tentativi per allontanarli». Nella trasmissione vengono anche ricostruite le intercettazioni delle telefonate fra Antonio Saladino e Clemente Mastella e i contatti che lo stesso Saladino avrebbe avuto con Prodi.

Poi Marco Travaglio, nella sua rubrica, ripropone il paragone tra il piano di Licio Gelli e la politica sulla giustizia del governo Prodi. Travaglio dice che Mastella ride mentre legge un «misterioso libretto chiamato Costituzione, scritto in una lingua incomprensibile», riceve i complimenti di Gelli e Berlusconi. E poi, ad un elettore che gli chiede qual è la differenza fra lui e il Cavaliere, risponde così: «Berlusconi ci aveva provato a a far togliere le indagini ai pm che lo indagavano. Io, invece, ci sono riuscito».(Salvia Lorenzo)

Corriere della Sera, 26.10.2007