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RASSEGNA STAMPA
n. 2320
del 20/03/2008
CHE COSA CAPITA A DUE CARRARE?
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Che cosa sta succedendo a Due Carrare? Il piccolo comune che finora era riuscito a salvaguardare il suo territorio dalla cementificazione ovunque imperante, piccola nicchia di verde fra comuni, come Maserà ed Albignasego dove ormai la speculazione edilizia la fa da padrone, sembra ormai soccombere al cemento: si costruisce ovunque, ovunque sorgono cantieri ed è tutto un susseguirsi di gru in movimento.

E’ stata cancellata la Commissione Edilizia che prima filtrava le concessioni a costruire, vengono tolte le prescrizioni che prima tutelavano il paesaggio, sostituendole con «indicazioni» che non tutelano più niente e quindi via a sette condomini con 50 appartamenti vicino a Via Don Torresin (altezza 9 m.), quindi altri condomini (ben 9) in Via Da Rio e di fronte alla Torre, in un territorio che fino a ieri rappresentava l’icona della dolce campagna veneta con il fiumiciattolo, gli aironi bianchi, il vasto orizzonte.

E poi una porcilaia a Carrara S.Stefano trasformata in nuove residenze per nuovi 10.000 mc con altre 50 abitazioni e quindi altri più di 10.000 mc di nuove costruzioni che andranno a fagocitare territorio agricolo in seguito alla nuova localizzazione del Palazzetto dello Sport. A questo grande attivismo urbanistico non seguono altri interventi più socialmente rilevanti.

Infatti, a distanza di sei anni dalla petizione con la quale centinaia di cittadini chiedevano urgentemente una pista ciclabile in Via Figaroli (a tutela dei numerosi bambini che quotidianamente la percorrono in bicicletta per raggiungere le scuole del paese), la ciclabile è ancora un mero progetto sulla carta: progetto era con la vecchia amministrazione, progetto ancora è rimasto con la nuova amministrazione insediata da quasi tre anni.

Ma il fiore all’occhiello della nuova urbanizzazione sono gli ampliamenti «carraresi»: un modello costruttivo peculiare della zona che trasforma, grazie ad un porticato che unisce due unità immobiliari, le nuove costruzioni in semplici «ampliamenti». Nemmeno il castello di S. Pelagio, con il suo celebre museo dell’aria è stato risparmiato da questa furia costruttiva: proprio di fronte al castello, nell’area verde che lo tutelava, proprio a celare il magnifico edificio per chi transita in autostrada, perfettamente inserito nel cono visuale del viaggiatore (e potenziale turista) qualcuno ha costruito che cosa? Ma naturalmente un bel parallelepipedo di cemento, un utilissimo ricovero attrezzi che magari, se il tempo sarà generoso, magari con qualche aiutino e con qualche condoncino potrebbe diventare, perché no, una bella villetta.

(Sergio Resente - CITTADINI ATTIVI Due Carrare)

Il Mattino di Padova, 18.03.2008