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RASSEGNA STAMPA
n. 2356
del 28/07/2008
CASO TAVAROLI, FASSINO: "FALSITÀ", COLANINNO ANNUNCIA QUERELA
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L'ex segretario dei Ds: "Ho chiesto ai miei legali di tutelarmi contro questa vigliaccata" - Il Pd fa quadrato. Veltroni rinnova "fiducia e stima personale e politica" - Smentisce anche Nicola Rossi: "Dichiarazioni destituite di ogni fondamento"

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ROMA - L'ex segretario dei Ds Piero Fassino smentisce le affermazioni di Tavaroli pubblicate oggi da Repubblica. "Ho dato mandato ai miei legali di tutelarmi contro questa vigliaccata. L'affermazione pubblicata, nell'intervista di Giuseppe D'Avanzo al sig. Tavaroli secondo cui non meglio precisate tangenti sarebbero "approdate a Londra nel conto dell'Oak Fund a cui erano interessati i fratelli Magnoni e dove avevano la firma Nicola Rossi e Piero Fassino" è una pura falsità, inventata di sana pianta. Non conosco i fratelli Magnoni. Non ho mai avuto firme su conti esteri né a Londra, né altrove. Non so neanche cosa sia l'Oak Fund. Per queste ragioni ho immediatamente dato mandato ai miei legali di tutelarmi contro Tavaroli, D'Avanzo e chiunque altro sia responsabile di questa vigliaccata, nonché contro chiunque continuasse a diffonderla. Trovo inconcepibile che La Repubblica pubblichi, e per di più richiamandola con titoli di prima e seconda pagina e mia fotografia, una notizia del tutto falsa senza neanche verificarne non dico la fondatezza, ma la minima attendibilità. Non si invochi il diritto di cronaca o la libertà di stampa, che non c'entrano niente. Qui si sputtana una persona onesta e pulita ledendone la onorabilità e la dignità. E questo è inaccettabile".

A Fassino arriva la solidarietà di tutto il Partito Democratico, a cominciare dal segretario, Walter Veltroni: "Condivido integralmente la sua dichiarazione e voglio confermargli la mia grande fiducia e stima personale e politica". E Veltroni torna sulla questione in serata, parlando alla Festa dell'Unità a Roma: "Solo chi non conosce Piero Fassino e Nicola Rossi può pensare una cosa del genere. Purtroppo qualcuno lo ha fatto perché ancora una volta siamo tornati in questo clima ed il motivo è che c'è un male istituzionale e politico di una democrazia che è in crisi".

Ma è tutto il partito a schierarsi compatto al fianco di Piero Fassino, indicato dallo 007 della Telecom come uno dei due possessori di un presunto fondo estero a Londra: "Nessun dubbio sull'onestà di Piero Fassino. Piuttosto la pubblicazione delle 'confessioni' di Tavaroli è un'operazione indecente, da democrazia malata", sostengono i principali esponenti del partito, riuniti subito in coordinamento da Veltroni. "Un'operazione indecente - si ripete al Nazareno - perché non si pubblicano atti di un'inchiesta, ma parole di un indagato che parla senza l'onere della prova e ammette di non avere nulla da perdere. E' chiaro che Tavaroli spara sul mucchio".

Respingono le accuse anche gli altri esponenti politici tirati in ballo dalle dichiarazioni di Tavaroli. Anche Roberto Colaninno le definisce "prive di qualunque fondamento e del tutto contrarie al vero". Per questo, si legge in una nota, il numero uno della Piaggio ha "conferito mandato ai propri legali per tutelare la propria reputazione nelle sedi a ciò preposte".

"Quanto riportato oggi da alcuni organi di stampa è destituito di ogni fondamento", afferma Nicola Rossi, senatore Pd, che ha dato ampio mandato ai suoi legali di tutelarlo in tutte le sedi opportune e in tutte le forme consentite dall'ordinamento. A Rossi è andata anche la solidarietà di Veltroni, che stamane gli ha telefonato per ribadirgli il suo sostegno e la sua stima.

La polemica non è limitata agli esponenti del Pd. Annuncia una querela nei confronti di Tavaroli anche il segretario dei Popolari-Udeur, Clemente Mastella: "Quelle del signor Tavaroli sono soltanto illazioni, destituite di ogni fondamento e delle quali risponderà in tribunale".

Il sottosegretario alle Infrastrutture Roberto Castelli critica anche lo stile adottato da Repubblica, oltre al contenuto dell'articolo: "Quantomeno curioso lo stile adottato da Repubblica-D'Avanzo per le esplosive dichiarazioni di Tavaroli, esplosive soprattutto per una certa parte degli allora Ds, visto che vanno a toccare il nervo più sensibile che è quello delle vicende Telecom". Cauto il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri: "Bisogna verificare le affermazioni apparse oggi sulla stampa, perché le fonti vanno prese con le pinze".

La Repubblica, 22.7.2008