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RASSEGNA STAMPA
n. 2387
del 22/01/2009
TANGENTI SPA
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Non solo versamenti in contanti. La corruzione oggi ha trovato altre strade di pagamento. Dagli appalti alle consulenze. Dai viaggi al sesso. Con un danno annuale di 50 miliardi

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Nel 1993 era stato arrestato per le tangenti sull'Autobrennero: 150 milioni di lire che, dopo un'immediata confessione, gli erano costati una condanna per ricettazione. Ora è di nuovo sotto inchiesta, a Trento, con una ventina fra tecnici, professionisti e politici di destra e di sinistra (cinque dei quali in manette). In ballo ci sono altre presunte mazzette e altri presunti finanziamenti illeciti. Secondo la Guardia di finanza, infatti, rispetto al passato sono cambiati gli importi, la modalità e la forma dei versamenti, ma non il luogo del delitto: gli appalti sull'autostrada del Brennero.

Ecco, se si vuole davvero capire come mai in un solo anno l'Italia abbia perso ben 14 posizioni nella speciale classifica dei paesi a minor tasso di corruzione percepita stilata da Transparency International (al 30 posto nel '93, al 41 nel 2007, al 55 oggi, vedi grafico a pag. 65), si può partire da qui. Dal ben poco strano caso di super Mario Malossini, un ex autista del leader democristiano Flaminio Piccoli, che dopo essere stato scoperto 15 anni fa con più di 3 miliardi di lire in contanti sui propri conti correnti, ha continuato a far politica. È diventato cordinatore regionale di Forza Italia. Ha sfiorato l'elezione in Parlamento. E alla fine si è trovato coinvolto in un'inchiesta nella quale a farla da padrone non sono più le vecchie bustarelle, ma le consulenze agli avvocati amici, i contratti di progettazione ai parenti, le sponsorizzazioni delle associazioni sportive delle mogli, insomma le nuove forme di corruzione.

Quanto ci costano

Secondo la Banca mondiale, in Italia i reati contro la pubblica amministrazione costano alla collettività 50 miliardi di euro all'anno. Per la Corte dei conti il fenomeno è in espansione e il crollo delle condanne (186 nel 2006 contro le 988 del 2000) non segnala il successo dello Stato, ma la sua resa. La tangente sta diventando come la mafia moderna: invisibile, ma non per questo meno pericolosa. "Rispetto a 15 anni fa tutto è cambiato. Basti pensare che nei primi anni '90 le società di diritto privato a capitale pubblico erano un migliaio, oggi sono più di 12 mila. I politici nominano i loro consiglieri di amministrazione che però, per la legge, non sono né pubblici ufficiali né incaricati di pubblico servizio. In questo modo si può fare tutto o quasi senza rischiare niente", spiega Ivan Cicconi, uno dei massimi esperti in fatto di appalti pubblici e autore di un libro cult sulle mazzette: 'Storia del futuro di Tangentopoli'.

Siamo all'evoluzione della specie. Alla creazione, proprio come aveva più volte vaticinato l'ex pm di Mani pulite, Piercamillo Davigo, "di batteri resistenti alla penicillina", sui quali gli antibiotici (magistrati e investigatori) non fanno più alcun effetto. Anche perché i farmaci più moderni non li vuole usare nessuno. L'Italia non ha mai recepito le varie convenzioni internazionali, come quella di Strasburgo del 1999, ideate per arginare il fenomeno. Romano Prodi ci aveva provato nel 2007 con un disegno di legge, ma con l'arrivo di Berlusconi la riforma è finita nel cassetto. Eppure prevedeva due grandi novità: pene severe per la corruzione tra privati (per esempio la mazzetta versata a un banchiere per ottenere un prestito) e per il traffico d'influenza, cioè le bustarelle allungate a chi sostiene (anche millantando) di poter condizionare un amministratore. Così l'infezione avanza.

L'arte della fattura

La forma giuridica più usata per ammantare di legalità la corruzione è la consulenza. Nell'ordinanza di arresto per l'Autobrennero il giudice fa ironicamente i complimenti per la "grande professionalità" nell'arte di incassare queste vere e proprie mazzette fatturate all'avvocato Vincenzo Todesca. Il legale della società pubblica delle strade trentine, l'Air, è stato arrestato per una tangente da 260 mila euro per la galleria di Mezzolombardo. Lo ha incastrato l'intercettazione ambientale delle trattative con il patron della società di costruzioni Collini per camuffare da consulenza la somma pattuita. È questo lo schema della nuova Tangentopoli. Tra il pubblico ufficiale e l'impresa si inserisce un terzo, in questo caso un avvocato, che incassa e fattura. Solo ascoltando le intercettazioni sarà possibile scoprire l'inghippo. Anche se talvolta il velo della consulenza è più facile da strappare. Come nel caso dell'ex ministro della Salute Girolamo Sirchia, che si era fatto pagare con bonifici estero su estero da una società interessata alle forniture per il suo ospedale, ed è stato condannato dal Tribunale di Milano.

Affari in garçonnière

Per sfuggire alle indagini c'è anche chi pensa di tornare all'antico. Di sostituire il denaro con dei beni: meglio se facilmente deperibili. Se ne sono accorti a Potenza dove due faccendieri di Roma, per telefono, discutevano su come addolcire un geometra del Comune. Alla fine la scelta era caduta sui generi di vettovagliamento: ceste di vini e chili di prelibatezze. "Così, quando i finanzieri andranno a casa sua, non troveranno nulla" dicevano i due. Sembrava una boutade e invece era la prassi.

Nel 2003 il colpo viene infatti tentato con Giovanni Ialongo, il presidente dell'Ipost, l'ente previdenziale delle poste, al quale uno dei due offre uno strano 'dolce' che si doveva mangiare in una garçonnière e non in una pasticceria. Per il pm Henry John Woodcock la torta era una bella ragazza e 'in punto di diritto' si poteva configurare una corruzione sessuale. La Procura di Roma però non ha mai approfondito la questione. Ialongo (che nega tutto) non è mai stato indagato. E oggi delle Poste è diventato il presidente.

Elicotteri e yacht

L'ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio invece volava più alto e non disdegnava, secondo i carabinieri, voli in elicottero e viaggi all'estero, pagati dal titolare di un'agenzia di viaggi che voleva avere un appalto dal suo ministero. Mentre a Napoli, dove come al solito la fantasia criminale dà il meglio di sé, il direttore tecnico di una Asl per chiudere un occhio sugli impianti anti-incendio aveva ricevuto uno yacht Fiart 40 in leasing. Ovviamente le rate erano pagate dalla società favorita. Sempre in Campania il consigliere regionale di centrosinistra Roberto Conte aveva escogitato un sistema ancora più sofisticato. La Regione affittava grazie al suo interessamento due palazzi acquistati in leasing da una società nella quale aveva inserito un suo prestanome come socio di minoranza. Ogni mese, quindi, una parte del canone finiva nelle sue tasche.

Sponsor in corsia

Da questo punto di vista, i presunti 6 milioni di euro di tangenti pagati a Ottaviano Del Turco dal re delle cliniche abruzzesi Vincenzo Angelini appartengono al paleolitico delle mazzette. L'immagine di Angelini che sale fino alla casa di montagna del presidente della Regione con le buste piene di banconote ricorda quella dei pastori che si ostinano a compiere il rito della transumanza come ai tempi di D'Annunzio. Il futuro è altrove. Nella stessa indagine i pm stanno cercando di verificare dove finiscono i 21 milioni versati dal gruppo Angelini per sponsorizzare il team del motociclista Dovizioso. Il sospetto che la sponsorizzazione celi una mazzetta sorge da un fatto: Angelini pagava a Dovizioso il doppio di quanto la Fiat dà a Valentino Rossi.

Tengo famiglia

Nella terra del familismo amorale uno dei sistemi più semplici per ottenere la benevolenza del potente di turno è quello di favorire i suoi parenti. Proprio dall'inchiesta sull'Autobrennero della Guardia di finanza di Trento emergono intercettazioni che raccontano come Silvano Grisenti, il presidente dell'Autostrada, dicesse spesso agli imprenditori: "Fate lavorare lo studio di mio fratello", mentre sua moglie ordinava (e otteneva) finanziamenti 'à la carte' per una associazione di pattinaggio. Allo stesso modo, secondo un testimone della recente indagine della Finanza di Milano sulla truffa per i semafori intelligenti (che passavano dal verde al rosso senza fermarsi sul giallo), si comportava la società vincitrice dell'appalto in 300 diversi comuni. L'azienda offriva contratti ai parenti dei comandanti dei vigili.

Scambio elettorale Sono insomma lontani i tempi in cui la corruzione era un sistema ordinato con ruoli e gerarchie definite. Come spiega Alberto Vannucci, docente all'università di Pisa, e coautore del saggio 'Mani impunite', "oggi la mazzetta si è democratizzata. Un tempo c'erano i collettori che versavano ai vertici dei partiti e svolgevano una funzione di regolazione. Adesso i burocrati vogliono soldi e favori per sé e per il singolo politico che li ha nominati". Ma per essere eletti come si fa? Ci vogliono i voti. E per conquistarli, specie nel Sud, bisogna dare lavoro.

Il sistema clientelare del partito dell'ex ministro Clemente Mastella in questo senso è esemplare. Secondo i pm di Santa Maria Capua a Vetere, l'ente pubblico targato politicamente assegnava illecitamente l'incarico di selezione del personale a una società amica. Poi la società, su input del suo referente e non certo per merito, sceglieva, sempre secondo l'accusa, chi assumere. Altre varianti, molto in voga in Calabria come insegnano le indagini di Luigi De Magistris, prevedono invece che le assunzioni le facciano i privati, a cui il pubblico ha concesso finanziamenti o appalti.

Intercettazioni addio?

In questo scenario il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi insiste perché le intercettazioni telefoniche vengano bandite dalle indagini. Tanto che il suo avvocato, l'onorevole Niccolò Ghedini, il 19 settembre ha proposto di vietarle quasi tutte, trasformandole in ascolti 'preventivi' senza valore di prova. Un proposito che comincia a creare malumori anche all'estero. "Se le intercettazioni per tangenti venissero abolite questo sarebbe un chiaro segnale della scarsa volontà dell'Italia di combattere la corruzione. E certamente impartiremmo al vostro paese la raccomandazione di reintrodurle", dice a 'L'espresso' Drago Kos, il presidente del Greco (Gruppo di stati contro la corruzione), l'organismo del Consiglio d'Europa cui anche l'Italia ha aderito. A metà ottobre una squadra del Greco arriverà in Italia (vedi scheda), per fare per la prima volta il punto della situazione. La visita non sarà una passeggiata. (P. Gomez e M. Lillo)

L'Espresso, 29.09.08