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EDITORIALI E COMUNICATI
n. 2493
del 15/02/2011
CIARPAME SENZA PUDORE
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Recentemente, secondo l’Istat, il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è salito al 29% dal 28,9% di novembre, segnando così un nuovo record. Si tratta, infatti, del livello più alto dal gennaio del 2004. Il tasso di disoccupazione resta stabile all'8,6%. In questo quadro di stabilità l’Istat spiega che «l'unico elemento che stona è la disoccupazione giovanile, che ancora una volta torna a scalare posizioni, segnando un nuovo record». Il problema è serio: è in gioco il nostro futuro, il futuro del nostro Paese.

Il governo di un Paese civile e moderno non può quindi sottovalutare questo aspetto ed è suo dovere intervenire, con linee di indirizzo e guida, affinché i giovani possano, nel migliore modo, poter trovare un impiego sicuro e, per quanto possibile, consono alla loro attitudine. Meritocrazia, competenza, applicabilità, spirito di sacrificio, professionalità dovrebbero essere i valori favorenti e premianti il loro impiego. Infatti il Governo, tramite il ministro Sacconi si affretta a dichiarare che: «per i giovani il piano del Governo, anche con misure specifiche di incentivazione, si rivolge soprattutto all'investimento nelle competenze e, in particolare, ai contratti di apprendistato che integrano apprendimento ed esperienza lavorativa».

Bene, ci siamo, ma solo a parole però. Nei fatti, i principi ed i valori che questa classe politica oggi veicola verso il mondo dei giovani, soprattutto quello di genere femminile, sono di ben altra natura. Ad una classe politica si chiede di perseguire il valore dell’esempio. “Bisogna sempre prima dare l’esempio” mi ripeteva spesso il mio maestro elementare ed infatti l’articolo 54 della nostra Costituzione così recita: “I cittadini, cui sono affidate funzioni pubbliche, hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”. La classe politica italiana, oggi, con l’affaire “Ruby Rubacuori”, con l’elezione al consiglio regionale della Lombardia dell’igienista dentale Nicole Minetti e di altri al Parlamento Italiano, indica, alle nuove generazioni, che la conquista di un impiego stabile, l’affermazione nella propria vita, il denaro ed il successo, li si ottiene percorrendo una via rapida che, fondata solo sull’esteriorità, si svolge tra l’accettazione di compromessi con la propria coscienza e la definitiva rinuncia ai propri valori. Ed in uno stato così conclamato di grave crisi occupazionale giovanile, la responsabilità che si assume oggi questa classe politica verso il Paese è gravissima. Ad una figlia consiglierei di sposare un uomo ricco è il suggerimento che il Premier darebbe alle giovani ragazze in cerca di marito ed infatti Nicole Minetti ha recentemente raccontato, ai giudici di Milano, di aver avuto una relazione affettiva con il Presidente del Consiglio.

Certo, mi si dirà, queste cose ci sono sempre state ed è vero. Riguardavano però il mondo del lavoro, un’imprenditoria corrotta e padronale che poteva essere denunciata e penalmente perseguita perché non godeva di una immunità parlamentare che invece, oggi, una classe politica autoreferenziale si garantisce. L’arroganza del potere politico, la presunzione d’impunità e la convinzione di essere, sempre e comunque, il protagonista dello splendido film “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” di Elio Petri (1970), sono le mentalità oggi più diffuse a Piazza Montecitorio.

«Sono una donna che non è a sua disposizione» urlava, al presidente Silvio Berlusconi, Rosy Bindi ospite a Ballarò, qualche mese fa, Presidente che, poco tempo dopo, si ripeteva nella gaffe: «La Bresso? Quando si alza la mattina e si guarda allo specchio si è già rovinata la giornata» diversamente da quanto invece disse, non certo in “british style”, della Carfagna: «Faccio i complimenti a Mara, che è bella, dolce e intelligente, ma anche una donna con le palle» un ministro per le Pari Opportunità che, a conferma delle suddette contraddizioni, ammiriamo su Youtube nelle sue nudità.

Una destra oggi contestata per i facili costumi da una sinistra che, invece, lo è sempre stata da parte di una destra nota per il suo rigore morale. Oggi siamo allo scambio delle parti, all’inversione dei ruoli, logica conseguenza della perdita di principi e di valori che ha contagiato tutta la classe politica italiana e che rischia di ridurre la nostra gioventù ad un «ciarpame senza pudore».

Armando Della Bella