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EDITORIALI E COMUNICATI
n. 2500
del 23/07/2011
HIC MANEBIMUS OPTIME
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“Hic manebimus optime” (Resteremo qui ottimamente), con questa citazione il ministro Giulio Tremonti ha aperto il suo discorso alla recente assemblea annuale dell’ABI, l’associazione tra le banche italiane. L’esortazione è attribuita da Tito Livio, in “Storia di Roma” (Ab Urbe condita) libro V, ad un console romano che avrebbe esortato alcuni plebei ad accamparsi vicino alla Curia dopo l’incendio di Roma operato dai Galli nel 390 avanti Cristo. I senatori, che avevano deciso di abbandonare Roma, presero quell’esortazione come beneaugurante e restarono così nella città capitolina.

Con tale affermazione il ministro dell’Economia ha voluto rendere chiaro a tutti che lui non era affatto in procinto di dimettersi, rintuzzando così da una parte tutte le critiche e le congiure di Palazzo (ordite anche dal premier?) finalizzate a decapitarlo definitivamente e dall’altra le trame della speculazione internazionale - rassicurando così i mercati - dopo il duro colpo che quest’ultima aveva inferto, qualche giorno prima, al nostro Paese, portato quasi a rischio di default. In sostanza un messaggio alla politica di casa nostra ed un segnale di tranquillità ai mercati e agli operatori internazionali, allarmati dalle continue voci sulle sue possibili dimissioni.

Non avevo dubbi sulle reali motivazioni che avevano spinto il ministro a declamare quella citazione e sulle prime non vi avevo dato troppa importanza. Ma poi, sull’onda degli avvenimenti occorsi nei giorni successivi, quelle parole mi sono risuonate cosi vere, così attuali, così contemporanee da ritenerle quasi il “Manifesto” della “Casta” politica odierna. Eh sì, non può che essere così, visto che una recente indagine della Uil ha svelato che circa un milione e 300 mila italiani campano solo di politica e costano allo Stato quasi 25 miliardi di euro l’anno, 646 euro per ogni cittadino! Quale contraltare, un recente studio della Caritas Italiana, afferma che, nel nostro Paese, vivono quasi 8 milioni di poveri (italiani), di cui tre nell’indigenza più assoluta mentre l’Istat ci segnala che una famiglia su sei, che vive in affitto, non riesce più a pagare il canone. Questa è l’Italia di oggi, tra chi, sul Titanic di Tremontiana evocazione, sta in prima classe e chi invece sta in terza…

Infatti la recente manovra finanziaria da circa 80 miliardi di euro, ha imposto lacrime e sangue a tutti i cittadini meno che alla classe politica, la quale, contrariamente alle iniziali aspettative e alle bellicose intenzioni del ministro Tremonti, si è ben guardata dal tagliare un solo euro a sprechi e privilegi della casta, privilegi che risultano, in Italia, ben al di sopra della media europea. Ad approvare la manovra ci hanno messo pochi giorni, ad annullare i previsti tagli alla politica, poche ore. Un esempio: un parlamentare Usa riceve, al mese, 10.135 euro LORDI, contro i 14.500 euro NETTI che un deputato italiano invece incassa, come si evince dalla busta paga resa anche pubblica, qualche anno fa, dall’on. Gennaro Migliore. E se il Presidente americano Barak Obama guadagna, al lordo, 34.416 euro all’anno in meno del presidente della provincia di Bolzano, un governatore statunitense riceve, in busta paga, al lordo ed in media, la metà di quanto prende, al netto, il Governatore della Sicilia. Le amministrazioni locali costano allo stato quasi 150 miliardi di euro l’anno. Come si fa pensare che, in Italia, in politica, non si vive benissimo?

Altro esempio. Gli eletti al parlamento italiano sono stati esentati dal contributo sulle pensioni d’oro, quelle cioè sopra i 90 mila euro. Il “sacrificio” vale per tutti gli italiani, non per i “vitalizi” dei parlamentari. Dura da capire. Come difficile è giustificare il recente voto espresso alla Camera dei Deputati che ha bocciato la proposta di soppressione delle province: 83 favorevoli, ben 285 contrari, il Partito Democratico si è astenuto. Ma come? In campagna elettorale tutti hanno fatto a gara per dimostrare che tagliavano i costi della politica più dell’avversario e ora, nel momento decisivo, ci si tira quasi tutti indietro? Costano circa 13 miliardi di euro all’anno e negli ultimi 8 anni il loro costo è cresciuto del 65%.

Eh sì, è proprio così: “Hic manebimus optime”. Qualcuno ora, al proposito, nutre ancora dei dubbi? Il ministro Tremonti, certamente no!

Armando Della Bella