|
Home | Per conoscermi | News | Editoriali e Comunicati | Incontri ed eventi | Rassegna Stampa | Archivio Foto e Video |
EDITORIALI E COMUNICATI
n. 2508
del 12/12/2013 LARGA E’ L’INTESA… E STRETTA E’ LA CINGHIA
indietro »
Siamo una «società sciapa e infelice, senza fermento e dove circola troppa accidia, furbizia generalizzata, disabitudine al lavoro, immoralismo diffuso, crescente evasione fiscale, disinteresse per le tematiche di governo del sistema, passiva accettazione della impressiva comunicazione di massa». Di conseguenza siamo anche «infelici, perché viviamo un grande, inatteso ampliamento delle diseguaglianze sociali». Questa è la fotografia che fa il Censis del Paese Italia nel suo ultimo rapporto. Abbiamo un tasso di disoccupazione che dal 2008 è raddoppiato (da 6,7% a 12%) e una sottoccupazione che interessa un italiano su quattro, il 25,9% per la precisione, ovvero 3 milioni e mezzo di persone con contratti a termine, occasionali, collaboratori, finte partite Iva. Inoltre ci sono 2,7 milioni di persone che cercano attivamente lavoro senza trovarlo e dal 2007 questo numero è pressoché raddoppiato. A questi bisogna aggiungere 1,6 milioni di italiani che hanno smesso di cercare lavoro, convinti di non trovarlo. Le spese sono ridotte al minimo. Una famiglia su quattro, nel 2013, ha faticato a pagare tasse e bollette. Sette famiglie su 10 (il 69%) hanno invece ridotto o peggiorato la loro capacità di spesa e soltanto un 2% è riuscita ad aumentare le proprie spese. Sono diminuite del 6,7% le spese per i beni alimentari, del 15% quelle per abbigliamento e calzature, del 19% quelle per il trasporto, dell’8% quelle per l’arredamento e per la manutenzione della casa. Viceversa sono cresciute le spese domestiche, la manutenzione della casa (+6,3%) e quelle medico sanitarie (+19%). Il Pil pro capite del Mezzogiorno è di 17 mila 957euro, inferiore a quello di Grecia e Spagna e praticamente la metà di quello dell’altra metà del Paese (57% per la precisione). Inoltre il 18esimo rapporto del Centro Einaudi, segnala che la crisi economica costringe quattro italiani su dieci a vivere alla giornata mentre un terzo (il 34%) non programma il futuro della propria famiglia oltre i sei mesi. Rispetto agli altri Paesi europei, l’Italia può dire di andare solo meglio della Grecia, dove coloro che non sono in grado di fare progetti sono il 68% del totale, mentre in Germania il dato si ferma al 15%, in Austria al 10 per cento. Se c’è chi vive alla giornata, c’è chi invece acquista vestiti nei negozi delle grandi griffe di Torino, «massaggi particolari» da tremila euro, gioielli di Cartier, abbonamenti al solarium, sedute ai centri benessere, litri di champagne e vini pregiati, frigoriferi, televisioni, mobili, libri scolastici e filetti del macellaio, tutto pagato con i soldi della Regione Piemonte, per un ammontare di oltre un milione e trecentomila euro, dal 2010 al 2012 compreso. La Guardia di Finanza ha consegnato avvisi di garanzia a 52 consiglieri regionali di tutti i partiti, compreso il governatore Roberto Cota. Avrebbero usato in modo irregolare - spesso per scopi personali – i finanziamenti erogati dalla Regione per i rimborsi spese dell'attività politica dei gruppi consiliari. Oggi in Italia c’è chi muore di fame - cittadini privati, piccoli e medi imprenditori - e c’è una casta che vive sulle spalle degli altri. Oggi pare che le larghe intese più che per risolvere i problemi del Paese, servano per spartirsi privilegi e benefit. E i forconi sono alle porte….
Armando Della Bella |