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EDITORIALI E COMUNICATI
n. 2531
del 19/03/2010 UNA SOCIETA’ MALATA
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Sono 4.392 i preti cattolici che negli Stati Uniti, dal 1950 ad oggi, secondo un’indagine effettuata da Associated Press, sono accusati di molestie a minori, ed un centinaio condannati da tribunali civili, mentre 73 sono i casi di presunti abusi sessuali commessi da preti cattolici in Italia, più di 235 le vittime. Caso emblematico è quello dell’Istituto “Antonio Provolo” di Verona dove pare che decine di bambini e ragazzi sordi fossero stati violentati e molestati dagli insegnanti-sacerdoti almeno fino al 1984. Ma il fenomeno riguarda anche la Germania (almeno 250 i casi finora emersi in 23 delle 27 diocesi tedesche) l’Irlanda (una quarantina di bambini della diocesi di Dublino coinvolti in violenze sessuali) l’Olanda con oltre 1.100 denunce riferite dal portavoce della Conferenza dei Vescovi olandesi Pieter Kohnen) la cattolicissima Austria (la radio autriaca Orf ipotizzava in 300 il numero dei possibili casi di abuso) per non dimenticare l’Australia e Malta, dove Papa Benedetto XVI ha recentemente incontrato otto vittime di pedofilia. Per il semplice cittadino, anche non credente, lo shock è forte, fortissimo e non è dovuto al gran numero di casi segnalati o all'omertà che in questi anni ha, colpevolmente, coperto questa squallida vicenda, ma dipende dal fatto che i presunti colpevoli sono invece ministri di Dio, difensori della fede, coloro che pubblicamente condannano, secondo la morale e la dottrina cattolica, questi atti ignobili. Anche “un” solo caso sarebbe di troppo. Portiamo rispetto ai tantissimi sacerdoti e missionari che ogni giorno dedicano la loro vita al bene comune ma la Chiesa di Roma non può non consegnare alla giustizia chi si è macchiato di simili orrendi delitti. Ma lo shock non finisce qui. Oltre alla Chiesa, in questa nostra odierna società, anche la “Benemerita” rappresenta, per la gran parte dei cittadini italiani, un punto di riferimento morale di cui aver fiducia, a cui guardare come modello valoriale. O almeno lo si crede... Qualche giorno fa, il Pm di Milano, Luisa Zanetti, dopo 7 anni di indagini e 29 udienze preliminari, ha chiesto la condanna a 27 anni di carcere per il comandante dei Ros (Raggruppamento Operativo Speciale alle dirette dipendenze del Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri) Giampaolo Ganzer, con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, peculato e falso. Omicidio volontario è invece l'accusa contestata dalla Procura di Roma al maresciallo dei Carabinieri Nicola Testini, sospettato di aver eliminato Gianguerino Cafasso, testimone scomodo del “caso Marrazzo” mentre l'altro carabiniere “compagno di merende”, Luciano Simeone, ha ammesso di essere stato lui a girare il video, di 12 minuti, per incastrare l'allora Presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo. Nemmeno la Guardia di Finanza è esente da questo tsunami di ipocrisia. Il maresciallo Giuseppe Ciuro, detto Pippo, agli inizi degli anni 2000 lavorava con il famoso pm Antonio Ingroia. Indagò su Marcello Dell’Utri e sui finanziamenti Fininvest, il 26.11.2002 partecipò all’interrogatorio di Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi, depose al processo Dell’Utri sostenendo che un nipote di Tommaso Buscetta fosse stato socio di Fininvest. Pippo Ciuro fu arrestato il 4 novembre 2003 per concorso esterno in associazione mafiosa più altri reati e fu definito «figura estremamente compromessa col sistema criminale» prima di essere condannato in Appello a 4 anni e 8 mesi per favoreggiamento e violazione di segreti informatici. Ci domandiamo allora: di chi possiamo fidarci? In un quadro così desolante nei principi e nei valori, non desta perciò stupore che le forze dell'ordine scoprano che una ragazzina friulana di 13 anni, frequentante la scuola media, inviasse a mezzo mondo le proprie foto porno in cambio di ricariche del cellulare: 34 gli indagati. A quale giovane età siamo giunti... Questa è l'Italia di oggi, questa è la sua società dove la classe politica, anche quella che si autodefinisce la più virtuosa, predica bene ma razzola male, dove ti senti solo, abbandonato a te stesso, dove non sai più se chi ti parla è un amico od un nemico, se ti difenderà o ti attaccherà, se ti aiuterà o ti sfrutterà. Non abbiamo più punti di riferimento certi, tutto è in discussione, nulla può essere dato per scontato. Non ho più carte da giocare al tavolo dell'etica. In mano mi resta solo una carta: il Presidente. Giorgio, almeno tu, ti prego, non ci deludere, sarebbe la fine...
Armando Della Bella |