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RASSEGNA STAMPA
n. 2551
del 31/03/2006
ALLA FORNACE CAROTTA, BEHA, TRAVAGLIO E MASCIA PER UN REFERENDUM CHE DIA UNA NUOVA TELEVISIONE
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Sono scrittori, giornalisti, attivi sti politici nel senso che pensano alla politica dalla parte della gente. Eccoli: Oliviero Beha (giornalista, scrittore), Gianfranco Mascia (leader dei Girotondi) Francesco "Pancho" Pardi (coordinatore movimenti e società civile, scrittore) Ivan Scalfarotto (candidato outsider alle primarie, scrittore) Elio Veltri (già parlamentare, scrittore).

Sono gli invitati che stasera alle 20.30 alla fornace Carotta di via Siracusa 61, alla Sacra Famiglia, aspettano i cittadini per parlare di "Vita, lavoro, giustizia, cultura", in una serata organizzata dal movimento di Armando Della Bella, "Cittadini attivi ". Un movimento che si è già fatto apprezzare vincendo in città la battaglia contro il pagamento della tassa sui passi carrai quando non si doveva.

Della Bella ha presentato ieri l'incontro parlando di un "convegno-dibattito" sui temi più scottanti dell'attualità, a cui fanno riferimento i libri che presenteranno gli autori. Beha con "Diario di uno spaventapasseri", Pardi con "la spina nel fianco", Travaglio con "Le mille balle blu", Veltri con "Il topino intrappolato".

Ma sarà anche l'occasione per informare e cercare adesioni alla grande campagna lanciata in queste settimane dal movimento, quella per un nuovo sistema radiotelevisivo e delle comunicazioni, dai giornali a internet.

«Rifondare la tivù è uno dei temi di un referendum che stiamo proponendo - dice Della Bella - Abbiamo già raccolto 12mila firme su 50 mila per far pronunciare gli italiani a favore di una nuova legge che lo riordini. Vogliamo dire basta alla faziosità e ci riusciremo solo se a governare la tivù sarà un Consiglio di 21 membri, 11 dei quali presi dalla società civile, fra i quali due dai sindacati, due dagli imprenditori, due dall'artigianato e poi 1 dagli autori, 1 dai consumatori, e così via. Poi sette dal parlamento, e 3 in quota enti locali (Anci). Saranno loro ad eleggere i cinque membri del cda. La legge poi dirà che si lede il pluralismo quando si supera il 35 per cento di audience. Questo costringerà a distribuire le risorse economiche e pubblicitarie anche alle televisioni private». (M.G.)

Il Gazzettino di Padova, 31.3.2006