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RASSEGNA STAMPA
n. 2575
del 23/01/2008
SCONTRO FABRIS-DI PIETRO SUL CASO ASCIONE
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Il deputato attacca l’ex pm sulla parcella pagata da Serenissima al legale - Il parlamentare «È il giudice di Brescia che lo assolse»

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VENEZIA. Il caso Ascione, innesca una polemica a suon di querele tra il vicentino Mauro Fabris, capogruppo alla Camera dell’Udeur, e il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro. La parcella milionaria data da Autostrada Brescia-Padova all’avvocato Guglielmo Ascione (per seguire il rinnovo della concessione) è entrata a far parte dello scontro in atto tra Uder e Italia dei Valori sul caso Mastella. Ad accendere la miccia è stato, sabato, Fabris.

«Ci dica lui che continua a fare lo sbruffone - ha attaccato il parlamentare vicentino dell’Uder riferendosi a Di Pietro - perché il suo portavoce Orlando era contro Falcone e perché un certo Ascione ha preso una parcella milionaria dalla Brescia-Padova essendo stato il giudice che lo assolse». Il riferimento è all’archiviazione (1995, Ascione allora era alla Procura di Brescia) delle accuse mosse da Sergio Cusani a Di Pietro.

Pronta la replica dell’ex pm di Mani Pulite: «Per quanto riguarda Ascione, del quale si ritorna a parlare con dichiarazioni totalmente false, ribadisco che né il ministero delle Infrastrutture né l’Anas che da questo dipende gli ha mai conferito alcun incarico per consulenze. Per tale ragione ho già proposto querela per diffamazione nei confronti di tutti coloro che hanno detto una simile sciocchezza. Cosa che a questo punto mi toccherà fare anche nei confronti dell’onorevole Fabris».

Non basta, perché l’odore di querela ha suscitato ieri la controreplica di Fabris: «Finalmente - ha commentato ironicamente il capogruppo Udeur alla Camera -. Da mesi parlamentari di tanti partiti chiedono a Di Pietro di chiarire come sia stato possibile ottenere, da parte dell’Autostrada Brescia-Padova, la firma del ministro delle Infrastrutture sulla proroga della concessione autostradale: questo non appena la società ha dato incarico all’avvocato Ascione, dopo che per anni il governo Berlusconi aveva negato tale proroga. In tribunale riusciremo così a sapere ciò che Di Pietro per mesi non ha voluto chiarire in ordine a questa casualità che vede protagonista, liquidato con una parcella milionaria da parte di Serenissima, come tutte le cronache hanno riportato, l’avvocato Ascione. Che a suo tempo risulta essere stato il giudice che a Brescia, per due volte, mandò assolto il dottor Di Pietro».

Sulla parcella - che dalla cifra iniziale di 5 milioni è scesa, poi, a 3,2 milioni - ha acceso un faro anche la Corte dei conti. I giudici contabili voglio appurare se la Serenissima - per ottenere una rimodulazione della concessione dal 2013 al 2026: per altro, manca ancora la firma del decreto interministeriale - abbia, o meno, sprecato denaro (la maggioranza dei soci è composta da enti pubblici), configurando un danno alle casse dell’Eario. (m.mar.)

Il Mattino di Padova, 21.01.2008