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RASSEGNA STAMPA
n. 2599
del 11/01/2009 ECCO ALTRE 6 DOMANDE...di Vittorio Feltri
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I conti dell'Idv, la sorte dei contributi elettorali, l'inchiesta di Napoli, aste e affitti: per completare l'operazione trasparenza a Tonino manca un piccolo sforzo _________________________________________________________________________ Al punto in cui siamo arrivati, conviene andare in fondo e chiudere la faccenda. Chiuderla può soltanto Antonio Di Pietro che nelle risposte alle domande di Libero ha già dato un contributo. Siccome però qualcosa rimane in sospeso, noi ci adoperiamo volentieri per consentirgli di esaurire il discorso. Ieri il Giornale di Giordano ha isolato sei interrogativi meritevoli di considerazione. Li giriamo al leader dell’Italia dei valori nella speranza che anche stavolta prenda il toro per le corna e racconti ogni dettaglio. Come al solito, gli mettiamo a disposizione Libero: Di Pietro scriva quanto è necessario a colmare i vuoti. Se ci farà avere il materiale entro domani, saremo ben lieti di pubblicare martedì, cioè subito, fino all’ultima riga in modo non rimangano più zone d’ombra. Le domande sono queste: 1) Come si spiega la doppiezza fra l’associazione Idv e il movimento-partito Idv? 2) Come si spiega la gestione dei contributi elettorali del partito? Chi li ha incassati? 3) Come si spiega che fino a ieri fosse lui, Di Pietro, ad approvare i rendiconti Idv, senza altri controlli? 4) Come poté acquistare la casa di Bergamo all’asta dell’Inail se la legge glielo impediva? 5) Come si spiega il giallo dell’Idv che pagava l’affitto della sede di Roma alla famiglia Di Pietro? 6) Come si spiega che Di Pietro seppe in anticipo che Mario Mautone (provveditore alle opere pubbliche) era sotto inchiesta a Napoli? Come vede, onorevole Antonio, le si chiede un ultimo sforzo per esaurire la polemica. Ha fatto trenta, faccia trentuno. E non se ne parla più. Conviene a lei e conviene a noi giornalisti che bene o male interpretiamo parte dell’opinione pubblica. Rimaniamo in attesa di una sua lettera conclusiva, una pietra tombale. E adesso passiamo ad altro. La legge proposta dalla Lega - riportata da tutti i quotidiani in prima pagina - riguardante una tassa di 50 euro su ogni permesso di soggiorno è stata bocciata. Non stava in piedi. E bravo Gianfranco Fini che ne ha impedito la presentazione. Una figuraccia evitata al governo e alla maggioranza, qualora l’avesse approvata. Il Carroccio tuttavia insiste, convinto sia una buona norma anche se non lo è. Si comprendono le sue buone intenzioni, quelle di mettere ordine in un campo, l’immigrazione, ancora accdentato. (omissis)
Libero, 11.01.2009 |