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RASSEGNA STAMPA
n. 919
del 04/12/2004
LA COMMISSIONE TRIBUTARIA DA' RAGIONE A UN CITTADINO: IL COMUNE DEVE RESTITUIRE I SOLDI DEL PASSO CARRARIO A RASO
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Lo si può definire un caso di malafiscalità. A segnalarlo ieri mattina a Palazzo Moroni sono stati Armando Della Bella e Gino Bellon protagonista della vicenda.

«Stiamo parlando - ha segnalato Della Bella - delle gabelle che migliaia di padovani hanno dovuto pagare alle casse comunali per i passi carrai a raso, quelli cioè situati dove non ci sono i marciapiedi e per i quali non era previsto alcun onere. Quando si è accorto di avere versato indebitamente le cifre relative al periodo 1992-1995 il signor Bellon (nella foto) ha chiesto il rimborso, ma dagli uffici di Prato della Valle gli sono stati restituiti gli importi fino al penultimo anno, escludendo quindi il 1995. Per questo motivo si è rivolto con un ricorso alla Commissione Tributaria presieduta da Bruno Cherchi e in quella sede gli è stato detto che aveva perfettamente ragione. A questo punto il Comune non ha potuto fare altro che spedirgli un assegno, interessi compresi».

«Nel 1996 - ha aggiunto Della Bella - si è passati da Tosap a Cosap, cioè da Tassa a Canone e quindi la competenza per decidere se i cittadini abbiano diritto al rimborso dei pagamenti effettuati successivamente spetta non più alla Commissione Tributaria, ma a un giudice ordinario. E noi ci rivolgeremo appunto al giudice di pace per far sì che i tantissimi padovani che hanno sborsato un importo non dovuto per i passi carrai si vedano restituire i loro soldi. La bontà di un'amministrazione si nota anche da queste cose. Vedremo come andrà a finire questa vicenda e poi faremo le nostre valutazioni».

«Il diritto va applicato - ha rincarato Bellon - e dopo tanti anni di battaglie io ho visto riconosciuto ciò che mi spettava. È da trent'anni che mi sento preso in giro, fin da quando, cioè, mi sono visto recapitare una lettera dal Comune in cui le dimensioni relative al mio passo carraio erano assolutamente virtuali. Successivamente mi avevano chiesto di pagare 9 anni di diritti segretaria, ma io ho tirato fuori i quattrini soltanto per il periodo relativo ai primi 12 mesi. Un'altra presa in giro erano le 50 mila lire pretese per le spese di istruttoria. A mio parere in alcuni casi, si ravvisa l'ipotesi che i padovani siano stati abilmente "raggirati».

«Attendiamo ora il responso del giudice di pace - ha concluso Della Bella e auspichiamo che tutti i cittadini che hanno pagato senza motivo si vedano restituire i soldi. A questo proposito vorrei ricordare che non è obbligatorio attaccare al cancello la tabella che indica il passo carraio».(Nicoletta Cozza)

Il Gazzettino di Padova, 4.12.2004