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EDITORIALI E COMUNICATI
n. 960
del 17/10/2005
PRIMARIE CON IL SENNO DI POI
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Cari amici,

ieri, ad evitare di cadere nella tentazione delle facili strumentalizzazioni postume, ho esternato le mie impressioni sulle primarie e confermata la mia scelta di voto, nonostante tutto, per Antonio Di Pietro. A risultati acquisiti e prima di poter svolgere un’analisi più approfondita e articolata, faccio una premessa e alcune sintetiche riflessioni.

La premessa: ero personalmente contrario alla candidatura del Presidente. Da un lato, perché non mi entusiasmava l’idea che l’Unione, con le elezioni politiche ormai dietro l’angolo, potesse “pesarci” in una fase di oggettiva difficoltà del partito. Dall’altro, perché essendo notoriamente Di Pietro più realista del re (ovvero più prodiano di Prodi) l’appoggio aperto al leader dell’Unione ci avrebbe consentito di acquisire credibilità nei confronti dell’opinione pubblica (la quale chiede unità, non frammentazione) e crediti politici nei confronti dei partiti della FED. Infine, perché fare della “Questione morale” una bandiera esclusiva (vedasi i 102 punti del Codice Etico) avrebbe esposto quella bandiera, in caso di insuccesso, al rischio, di essere da noi stessi ammainata, ovvero che altri, in futuro, potessero sventolarla al posto dell’IDV e del suo Presidente.

Le riflessioni, a caldo:

1. dalle notizie che arrivano da alcuni seggi e territori, non si può escludere che il risultato sia stato in qualche misura “governato” e, del resto, troppo pesanti e gravi sono state le accuse del candidato Mastella perché possano essere rapidamente archiviate all’insegna del solito ritornello italico ”tutto va ben madama la marchesa”;

2. tuttavia, non si può non rilevare come l’affluenza alle urne sia stata straordinaria, nonostante si trattasse di primarie il cui obiettivo principale, la conferma della premiership di Prodi, fosse largamente scontato. Il che significa che i cittadini desiderano PARTECIPARE sempre più alla politica, per condizionare le decisioni delle oligarchie partitiche;

3. da quanto sopra si potrebbe trarre l’insegnamento a lavorare per perfezionare questo strumento di democrazia, rendendolo sempre meno “virtuale e liturgico”, per trasformarlo nel momento in cui i cittadini possano per davvero scegliere i candidati a tutti i livelli: tanto più se il sistema elettorale sarà costruito intorno a liste “bloccate” di candidati;

4. il risultato di Antonio Di Pietro è oggettivamente deludente: solo Pecoraro ha fatto peggio di lui. Nella proiezione sull’intero corpo elettorale, conferma, com’era facile prevedere, che il partito è fermo alla percentuale negativa delle regionali. Soprattutto, si deduce (ed è questa la vera, preoccupante novità) che Antonio Di Pietro non rappresenta più il prezioso valore aggiunto capace di far lievitare i consensi del partito ogni volta che entra direttamente in gioco la sua immagine. Ciò è tanto più vero, ove si dovesse comparare il risultato del nostro candidato con quello di Mastella che, infatti, al dato elettorale regionale dell’Udeur “aggiunge” un proprio personale e ben visibile consenso.

Cari amici, questi primi spunti di riflessione vorrei fossero da tutti utilizzati con lo sguardo rivolto alle prospettive allarmanti che si aprono con la legge elettorale proporzionale. Chi non riconosca la gravità della situazione o è miope oppure in perfetta malafede. Un caro saluto

on Beniamino Donnici - Assessore Regione Calabria al Turismo e Beni Culturali