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RASSEGNA STAMPA
n. 971
del 12/10/2005 GIULIETTO CHIESA: DI PIETRO ADDIO. SI TENGA IL MALOPPO DEL PARTITO
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. . . . . . . . . . L'europarlamentare esce dall'1talia dei Valori - L'ex pm: è solo un irriconoscente _________________________________________________________________________ MILANO - «Non ho mai dubitato che il signor Antonio Di Pietro volesse tenersi il malloppo». Di malloppo parla Giulietto chiesa quando spiega perché ieri, a sorpresa ha ufficializzato la sua rottura con l'Italia dei Valori, il movimento di Di Pietro con il quale il giornalista é stato eletto al Parlamento Europeo. Chiesa si candido in una lista che si chiamava «Di Pietro, Occhetto, Società civile». Cosa che oggi rivendica: «Proprio per quella ragione nessuno può arrogarsi il diritto di usare il mio nome ed i miei voti per i propri interessi. Devo questo gesto a coloro che mi hanno votato, alla società civile che rappresento, perché convinti che non avrei mai accettato di farmi coinvolgere m operazioni di bassa cucina politica». E cosi ha rotto con l'ex pm: «Si tenga il malloppo, ma voglio risparmiargli il lezzo. Un termine letterale che però in questo caso va a pennello». La goccia che ha fatto traboccare il vaso, infatti, sono stati proprio i finanziamenti elettorali ricevuti da Italia dei Valori. Secondo Chiesa, infatti, «Di Pietro ha subito una degenerazione. Oramai preferisce l'indecenza ai comportamenti decenti. Per questo parlo di malloppo, di soldi. Avrei desiderato che quei finanziamenti fossero adoperati per il partito, Italia dei Valori, invece lui se li tiene per sé e 1i gestisce in maniera assolutamente discutibfle. E’ questo, secondo me, é un atteggiamento inconcepibile, almeno per il mio modo di vedere». Pochissimi i contatti, tra i due, nel corso di questi anni: «Non ci siamo parlati quasi mai anche perché lui, a Bruxelles, non viene per niente. D'altronde non ci legava quasi nulla, se non esserci incontmti nel corso di quella campagna elettorale e aver corso insieme. Ma io fui candidato da Occhetto. Fu lui che mi propose di entrare m quella lista e io accettai di lanciarmi in questa avventura forte della stima che nutro tuttora per Achille. Non a caso lui, adesso, si é detto d'accordo con1a mia decisione. Basta dire che con l'ex pm non si parlano più». Con Di Pietro, invece, c'è stata soltanto una telefonata: «Mi aspettavo esattamente questo, mi ha detto. Tutto qui ». Antonio Di Pietro ha affidato invece alle agenzie il suo commento ufficiale: «Giulietto Chiesa é un irriconoscente, é diventato eurodeputato solo perché gli ho lasciato il posto nel collegio Nord e mi sono candidato al Sud. Ora comunque1a parola passa all'autorità giudiziaria: rivendica una quota dei rimborsi elettorali, ma dimentica che questi vanno ai partiti e non ai singoli. Vorrà dire che a ricordarglielo sarà l'autorità giudiziaria davanti alla quale sarà chiamato anche per rispondere del fatto che, nonostante si fosse impegnato a concorrere con una quota parte della sua indennità a rimborsare le spese sostenute dal partito in occasione della sua campagna elettorale, ad oggi risulta ancora inadempiente». (Angela Frenda) Corriere della Sera, 12.10.2005 |