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EDITORIALI E COMUNICATI
n. 972
del 10/10/2005
SANSEPOLCRO, 24 SETTEMBRE 2005: L’ORGOGLIO
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Sansepolcro (AR) è il luogo dove fu fondata l’Italia dei Valori. Sabato 24 settembre 2005, a Sansepolcro, dirigenti e militanti della prima ora dell’IDV, volevano trovarsi, ed a Sansepolcro, IN TANTI, anche da Padova e dal Veneto, si sono ritrovati! Nonostante l'enorme opera di criminalizzazione svolta, nonostante l'enorme pressione psicologica esercitata sui militanti pena l'espulsione dal partito, nonostante il coordinatore regionale Donadi avesse indetto, in contemporanea, il congresso regionale onde precettarne gli iscritti, a Sansepolcro il partito c'era e si è visto! La sala convegni era piena, stracolma di dirigenti e attivisti provenienti da tutte le regioni d'Italia.

A Sansepolcro c'è stata la dimostrazione che oggi esiste il nucleo di una classe dirigente “altra", libera e giusta, capace di volare alto, pronta a muoversi con intelligenza e capacità in questa fase di grande cambiamento della politica italiana. Una classe dirigente che ha potuto parlare, dibattere, confrontarsi, chiedersi "chi siamo" e "dove vogliamo andare". Una classe dirigente che finalmente si è sentita libera di poter dire la propria opinione, senza il timore di incorrere nella scomunica del "Capo".

Un classe dirigente che ha raccontato come in tutta Italia sia stata, da pochi opportunisti, massacrata nella dignità delle persone perbene che la componevano, in un partito, l'Italia dei Valori, che di questi principi fa una bandiera! Un partito monocratico, personalistico, dove il potere di una ristretta classe dirigente, oligarchica e autoreferenziale, viene esercitato solo nella tutela dell'interesse personale a danno di quello del partito e dei suoi aderenti, dove si "predica bene e si razzola malissimo", dove il miraggio di un pouf o di uno strapuntino converte le buone intenzioni di qualche aderente in mero opportunismo, arrivando anche a rinnegare, pur di mantenere la "seggiola" concessagli, i veri amici di un tempo. Un progetto politico che alcuni dirigenti, poveri di spirito e di umanità, poveri "yesman" dalla "doppia morale", hanno portato alla distruzione tagliando, in tutta Italia, le migliori teste. Il consenso elettorale del partito è ormai oggi ridotto ad un prefisso telefonico.

La tensione e la partecipazione in sala erano altissime. Numerosi gli applausi, a volte scroscianti. La sala è sempre rimasta piena. Dalla platea qualcuno urla: "Ma se l'IDV, nel 2001, era al 4% ed ora, a Roma, in questo istante, alla festa Nazionale, secondo quanto dicono i sondaggi è convenuto il quasi l'1%, vuol dire che qui, a Sansepolcro, è presente minimo il 2%!...". Imbarazzo dei presenti. La presa di coscienza è troppo forte, inaspettata. Dal tavolo di presidenza qualcuno abbozza a dire: "Molto probabilmente noi qui convenuti rappresentiamo dal 40% al 50% del partito.. e su queste basi andremo a congresso, ci conteremo, chiederemo al Presidente il giusto riconoscimento..". La sala applaude, con forza, tutta in piedi.

E' stata prodotta una mozione, controfirmata a larghissima maggioranza dei presenti. Le richieste: a) azzeramento dell'attuale Ufficio di Presidenza, visto il consenso elettorale, per manifesta incapacità politica e sua elezione su base meritocratica; b) l'indizione del primo Congresso Nazionale aperto su base volontaria a tutti coloro ex, non ex, quasi ex, che in questi anni hanno contribuito alla vita dell'IDV; c) revoca di tutti i provvedimenti disciplinari e sanzionatori presi, frutto solo di prepotenze e volontà di emarginazione operate da pochi miseri "pretoriani".

Numerosi i pullman convenuti. Io stesso da Padova né ho portato uno. Il pomeriggio di sabato 24, abbiamo trascorso quasi un ora al telefono con l'agenzia ANSA. Tutti i giornalisti a chiedere: "Ma che fate, spaccate?" "Noooo, giammai.. Il nostro è un nobile agire, nell'interesse del partito e dei suoi aderenti. Vogliamo salvare il partito da una preannunciata estinzione. Abbiamo recuperato tante belle persone, abbandonate, vessate, calpestate nei loro principi, persone intelligenti, dotate di capacità politica, senso del dovere, dedizione, valori che agli occhi di pochi oligarchici dirigenti appaiono, in realtà, come difetti, come minacce all'integrità del loro misero potere." "Mah... e Di Pietro? Perché non è venuto?" "Noi lo abbiamo più volte invitato, quasi supplicato... Un vero leader si misura anche su questo...".

Numerose sono state le telefonate che ho ricevuto durante il viaggio di ritorno. Tutti a complimentarsi. Alcuni amici IDV del Lazio hanno chiamato per sapere i nostri numeri. "In quanti eravate?", ci chiedevano. "In oltre 250 presenti e da tutta Italia..", rispondevamo. "Qui a Roma, al convegno col presidente Antonio Di Pietro c'erano invece 70/80 sedie in sala.. ed i presenti provenivano solo dal Lazio, nessuno da oltre regione... Inoltre ci è dispiaciuto di non vedere, sul palco, con Di Pietro, come invece è stato alla festa nazionale degli altri partiti, i segretari politici del centrosinistra...". "La mattina dopo, al convegno sui dipartimenti tematici, in sala erano presenti 7 convenuti, meno dei relatori... pensate che hanno precettato gli addetti ai tavoli del materiale pubblicitario chiedendo loro di sedersi in sala per "far numero"...", "Il pomeriggio, al convegno sulle pari opportunità, organizzato dal coordinatore del Veneto, Massimo Donadi, erano presenti in sala ben 22 spettatori!".

Io non so quanto vere siano queste affermazioni. Non c'ero, stavo a Sansepolcro. Quello che è inconfutabile è che il treno è partito, i vagoni sono pieni, il carbone c'è ed è tanto. La stazione di partenza è Sansepolcro. Quella di arrivo, "in primis", spetta al presidente Antonio Di Pietro indicarla.....

Armando Della Bella