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EDITORIALI E COMUNICATI
n. 973
del 14/10/2005 DESISTERE, DESISTERE, DESISTERE…..
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Egr. Direttore, ormai tutti i segnali, i sondaggi e gli avvenimenti apparsi di questi ultimi giorni, lo dicono a gran voce: DESISTERE, DESISTERE, DESISTERE! Davanti ai rischi di un esito negativo, il senso di responsabilità, la ragionevolezza e la saggezza imporrebbero ad Antonio Di Pietro di desistere, desistere, desistere dal continuare a mantenere viva una candidatura alle primarie che ora produce un solo effetto, assai negativo e pericoloso per l'esito delle prossime elezioni politiche del 2006: quello di indebolire la leadership del candidato premier dell'Unione, Romano Prodi. Una decisione assurda, proprio ora che l'ormai prossima approvazione della nuova legge elettorale purtroppo indebolirà e costringerà Prodi a perdere quel suo ruolo "super partes" che, a denti stretti, aveva strenuamente difeso, e che, facendo molto bene, si era ricavato a garanzia di imparzialità nella conduzione dell'Unione, legge elettorale che ora, invece, lo costringerà a schierarsi per poter essere eletto nel futuro Parlamento Italiano. Dicevo, gli avvenimenti. Non sempre la legge dantesca del contrappasso ci attende sull’altra riva del fiume Acheronte. Capita, qualche volta, di sperimentarla ancor prima di salire sulla barca di “Caron dimonio dagli occhi di brace”: il violentissimo attacco sferrato, il 12 ottobre, ad Antonio Di Pietro dall’europarlamentare Giulietto Chiesa, che comunica la sua rottura con l’Italia dei Valori. “Non ho mai dubitato che il signor Antonio Di Pietro volesse tenersi il MALLOPPO ma voglio risparmiargli il LEZZO”, “Di Pietro ha subito una DEGENERAZIONE. Oramai preferisce l’INDECENZA ai comportamenti decenti. Per questo parlo di malloppo, di soldi. Avrei desiderato che quei finanziamenti fossero adoperati per il partito, invece lui se li tiene per sé e li gestisce in maniera assolutamente DISCUTIBILE”. Oggi, questa aggressione, per la gravità delle accuse e la credibilità della fonte, potrebbe avere conseguenze devastanti. Il rischio, cioè, che al declino politico ormai inarrestabile si aggiunga anche quello morale, dal momento che si allungano ombre inquietanti. Se unitamente a questo consideriamo il crollo del consenso elettorale, stimato oggi dai sondaggi sotto l’1%, la possibilità che un illustre, fino a ieri, sconosciuto, tale Ivan Scalfarotto da Londra, possa ottenere, alle Primarie, più consensi dell’ex pm, la recente penosa vicenda che ha visto l’IDV colpita a Milano da avviso di garanzia per aver autenticato, alle recenti elezioni regionali, 2800 firme palesemente false per A. Mussolini, come si può ancora pensare di poter ottenere un ragionevole e proficuo risultato alle prossime elezioni primarie? Antonio Di Pietro sta correndo un rischio enorme, un grave danno che potrebbe minare, in modo irreparabile, l'immagine, la credibilità e l'esiguo consenso che l'IDV ancora oggi possiede! Perché quindi non chiedere subito un confronto programmatico con Romano Prodi e, all’esito, ritirare una candidatura alternativa che la maggior parte degli elettori di centrosinistra oggi fatica a comprendere? DESISTERE, DESISTERE, DESISTERE, sarebbe oggi un'abile mossa politica, diversamente un arrogante atto di autolesionismo.... Armando Della Bella |